lunedì 13 agosto 2012

LO SPECCHIO MAGICO (Hopper. Munch)

LO SPECCHIO MAGICO(Hopper, Munch)
Il messaggio di Hopper  non si può comprendere senza quello di Munch. Costui, con il suo urlo assordante, aveva pur sempre espresso una reazione e con essa l’angoscia dell’uomo contemporaneo, e quasi un presagio di quanto, di lì a poco, sarebbe avvenuto (negli anni 30 e successivi). La sua era una reazione rabbiosa, quasi di rivolta contro il reale. Hopper è il dopo Munch ed il suo mondo è apparentemente senza problemi. Ma è svuotato dentro. Ed al tempo stesso è stilizzato. Elegante nelle forme (forse troppo ripetitive). Ma anche moderno. Questo sì. Vi compaiono, in questo nuovo mondo, persone silenziose. Apparentemente tranquille. Le superfici dei manufatti (bars, edifici e quant’altro) sono ben rastremate. Lucide quando devono esserlo. Ma tutto ciò sembra essere come l’assorto custode di un vuoto dentro. E ben vero, gli edifici appaiono perfetti nella loro esteriorità (cfr. “House by the railroad”) ma non sembrano fatti per abitarci dentro. Sono, per così dire, senza vita. La ragazza dell’”Hotel room” ha un libro tra le mani. Ma non lo legge. E’ troppo lontano dal suo sguardo per farlo. Cosa è avvenuto, dopo la ribellione di Munch ?  E’ avvenuto che l’istinto alla sopravvivenza ha, per così dire, preso il sopravvento. Ed ha somatizzato, metabolizzato tutto ciò che è accaduto (l’olocausto,le pulizie etniche…) e ciò che, presumibilmente, sarebbe accaduto in seguito (l’arte è come uno specchio magico: del passato, del presente e del futuro). Poiché ormai la collettività ci convive con ciò che è accaduto, apparentemente tranquilla, ma con un vuoto dentro che, a volte, non può non manifestarsi anche esteriormente. Qualcuno, se ancora fosse in vita, potrebbe suggerire che “la guerra continua !”.Ma non è vero. La guerra ormai non c’è più. Le è stata cambiata denominazione. Ed allora non rimane che “vivre pour vivre”. Ma anch’essa – la frase – risulta vuota, priva di contenuto. Non ha più alcun senso.
Bluewind

2 commenti:

  1. Non impazzisco per Hopper ma non amo particolarmente Munch pur riconoscendo in entrambi diversi e alti modi d'esprimere l'arte.
    Per Platone la forma (relativa) era la ragione e bellezza inerente alla natura delle cose viventi o alla loro imitazione.Nel primo c'è uno specchio che rimanda a un se stesso,vuoto di tutto,elegante solo nelle linee "immaginate" a traccia (realtiva) lasciate da quelle linee perfette.In Munch,la realtà si fa assoluta.Certamente non bella in rapporto a qualche cosa d'altro,ma unica per la sua natura che fa a meno di rinviare a uno specchio l'immagine di sè.In lui prevale il buio della notte,nell'altro la staticità dei colori senza suoni che vibrano e,pertanto fini a se stessi.
    "Vivre pour vivre"?...Giammai.Meglio morire.Liberi come si è sempre vissuto.Ammesso che in "assoluto" questo sia stato posibile.Ma con l'immaginazione...tutto si può.
    Mirka

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  2. Comunque, se possibile, dal morire prenderei una certa distanza. Che lo specchio rimandi a noi stessi ne avevo qualche sospetto. L'apprendere poi che anche Platone se lo sia inventato mi fa alquanto inorgoglire. Comunque, a differenza del Suo, il mio è uno specchio magico. A parte la scherzosità del testo, a me sembra che Tu abbia centrato l'argomento, a proposito dello specchio, che rimanda a noi stessi. A parte le magie, che uno se le può anche inventare, penso che le cose stiano proprio così. Ciao. Mimmo

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