venerdì 31 agosto 2012

UMORISMO DISSOCIATIVO E TRASCENDENTALE




UMORISMO DISSOCIATIVO E TRASCENDENTALE

E' sicuramente il BELLI il suo fondatore. Assieme a PETROLINI . Ambedue aforistici, ideatori di un reale trascendentale. Ma non per questo meno reale. Sempre (o quasi sempre) soavemente bonario. Erede di una realtà che non è possibile modificare. Come avviene per la “madre degli onorevoli”. Che fa nascere solo onorevoli. Se non sono onorevoli non li fa. O come quella enorme insegna che troneggiava in prossimità del cimitero del Verano. “Quì si piange meglio”. O come quella di un ristorante di Trastevere: “Mò che ce semo magnamo e bevemo”. Tolta dopo pochi giorni. Poiché sembrava troppo allusiva. Si era all'epoca delle c. d. “mani pulite”. O come nel caso della signora del popolo, che chiede al fruttivendolo: “sono buone queste pere ?”. Ricevendone, come risposta : “Signora se le prenda ! Se non sono buone le rimprovera”.

Bluewind

Molto rumore per nulla

Molto rumore per nulla.Abitualmente scrive su “La Stampa”. (Evito di farne il nome poiché già una volta ho suscitato -si fa per dire- le Sue ire per un mio commento su un Suo articolo, che oltretutto Gli era favorevole e non se ne era accorto). Questa volta, trae lo spunto da una notizia, divulgata a mezzo stampa da un consigliere comunale romano, scandalizzatosi per l'atto d'amore di una coppietta che, si era denudata completamente, in un parco affollato come Villa Doria Pamhili suscitando l'imbarazzo generale e l'intervento della Polizia. Sembrerebbe quasi che il Giornalista (di cui BW non fa il nome) più che dall'atto d'amore della coppietta sia rimasto sorpreso dalla divulgazione fattane dal consigliere comunale romano,appartenente ad un Partito (che, considerato il titolo dell'articolo “ A P D nudi nel parco” risulta agevole individuare) il quale solitamente (testuale) si rivolge “ a persone cui l'amore piace farlo senza tabù”. (E questo, per ora, è tutto).Bluewind

giovedì 30 agosto 2012

PROVVISORIE PERBENISTICHE APPARENZE


PROVVISORIE PERBENISTICHE APPARENZE
Ma il reale(ovvero quel poco che riteniamo sia tale) ci sfugge. Poiché sembra che non sia così come ci appare. (Ce lo dice dice la scienza. .La sua provvisorietà è una variabile che ci sfugge. Ci chiediamo cosa rimarrà di noi. E cioè della nostra "civiltà (è un parolone). Cioè dei nostri fatti creativi. Delle strutture edilizie e d'altro genere. Del nostro lucido e suggestivo pensiero, delle nostre enunciazioni filosofico-culturali.... Nulla. Non rimarrà proprio nulla. Visitare un recente quartiere di una città può essere eloquentemente indicativo della sua provvisorietà. Edificato con tutti i crismi di quello che si ritiene sia l'optimum dell'attuale progresso tecnologico-ecologistico, ben presto diverrà una zona degradata in tutti i sensi. Poiché non è destinato a durare, nel tempo (anche sul piano estetico). Poiché tutto è afflitto dal carattere della provvisorietà. E tutto è destinato ad essere abbattuto, dimenticato, ignorato e, nella migliore delle ipotesi, rinnovato. Tutto è provvisorio. Compreso il modo di pensare. Di vivere. Sembrerebbe che questo carattere di provvisorietà di cui sono intrise le azioni umane riveli che, in effetti, non si crede a quello che si fa. A quello che si pensa. Che si sente (dentro di noi).Ed allora non resta, quale sbocco, che immaginarsi l'immaginario. E cioè che esista e sia valido tutto ciò cui, in sostanza, non si crede affatto. Perchè a qualcosa si deve pur credere. O far sembrare di credere. Giustificando in tal modo (aforisticamente) la propria esistenza e quella della collettività alla quale si appartiene. (Chi mi comprende....è bravo).

Bluewind

PUSSY RIOT (qualcuna, se possibile, anche da noi)


PUSSY RIOT
(qualcuna, se possibile, anche da noi)
E' quasi un grido di dolore". In un Paese, come il nostro, dove quasi gran parte delle rivoluzioni (compresa quella fascista) e contestazioni ha avuto un appoggio e /o un'autorizzazione esterna e/o interna (dall'alto). Compresa la così detta " conquista dell'impero" che non sarebbe stata possibile senza l'interessato beneplacito dell'Inghilterra (all'epoca definita, per esigenze di propaganda: "la perfida Albione"). Ben vengano pertanto le "Pussy Riot" poiché anche da noi, come è il caso di dire, " la guerra (ancora) continua". Si apprende infatti dai giornali che , per le misure virtuose che ha adottato. (Adesso le cose andranno sicuramente meglio).l'Italia sarebbe stata europeisticamente promossa dalla Merkel. Nel contempo si apprende, sempre dalla stampa (cfr "Repubblica del 30/8/12 pag 26),, a proposito dei disservizi televisivi del nuovo sistema digitale, che detto sistema sarebbe stata " una decisione imposta dalla UE agli stati membri e le cui scadenze l'Italia avrebbe anticipato per potersi situare tra i paesi più virtuosi". Evviva ! C'è riuscita !(BW)




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 29 agosto 2012

VIAGGIO SU MARTE (nel Nuovo Mondo con Orwell)


VIAGGIO SU MARTE (nel "Nuovo Mondo" con Orwell)


La notte precedente era stata effettuata una retata (sanitaria). Vennero "ricoverati" il buon gusto,lo spirito critico, l'anticonformismo, la lealtà, il senso del ridicolo, la critica al servilismo, il pacifismo (quello vero), il risparmio, il far da se (in tutte le sue molteplici manifestazioni), e quant'altro fosse di ostacolo ad una società "aziendalisticamente" ordinata (dall'alto). Il problema degli anziani (o meglio dei "non più giovani") venne risolto con direttive già collaudate (e già in auge sotto il regime
Ceasescu) non dando alcun riscontro alle richieste di assistenza indirizzate dai "non più giovani" che non avessero aderito, nel testamento biologico, alla rinuncia all'"accanimento terapeutico".
Tutto ciò si pensava avrebbe potuto assicurare, per diversi anni ancora, l'ordine costituito.


Nel titolo del posto si menziona Orwell. Poiché, se fosse stato in vita, l'avrebbe scritto Lui stesso. (Ci siamo trattenuti poco sul pianeta Marte poiché la sua atmosfera risultava invivibile).



(BW)







 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

domenica 26 agosto 2012

" Io che una volta ero.." (Marina Ivanovna Cvetaeva)


IO CHE UNA VOLTA ERO….

Sta avendo successo la moda degli eremi e dei monasteri. Forse per la crisi dei valori oltreché delle finanze (vi si praticano prezzi moderati). Ci si rifugia, a volte con moglie e figli, la middle class (o quello che ne rimane ancora). Si tratta di insegnanti, pensionati, professionisti commercianti, impiegati….Vi si possono fare lunghe passeggiate nei boschi, vi si può avere il conforto della preghiera (quando vi si partecipi) e la consolazione del silenzio. Con l’ulteriore consolazione di materie prime ben coltivate e ben cucinate. E la prospettiva di un ritorno in città ed alle rispettive adorate consuetudini. E poi si possono anche fare buone conoscenze. Che possono, nel prosieguo, risultare utili per se ed i propri congiunti.  Ovviamente ciò senza mettere in dubbio la valenza  etica e sociale della meritocrazia.  Ma senza ignorare che anche i buoni rapporti  interpersonali possono a volte facilitare la vita. Ciò che non fu, per la vita travagliata di Marina Cvetaeva. Che aveva  il vezzo (se tale si può definire) di riversare nei suoi versi, senza infingimenti, la limpida pienezza dei suoi sentimenti. Avendone un discreto successo, ma non in patria, dove era malvista e perseguitata, e neanche, presso la comunità russa che si era rifugiata all’estero.  Con la quale era impossibile avere qualsivoglia rapporto di frequentazione o d’altro genere. E tracciando un bilancio della propria vita, così scriveva:


Io che una volta ero orgogliosa e altera,
in Paradiso sto con una zingara,
ed ecco che umilmente ora la prego:
Balla, zingara, balla la mia vita”.
Ed a lungo dura l’agghiacciante ballo,
la vita mi si srotola davanti
insensata, sonnambula, bellissima
e ripugnante come un brutto sogno…
Ah che ricchezze ho avuto un tempo !
e, soprattutto, angoscia da morire.
       11/7/1910. Marina Cvetaeva


La Dacia dell’immagine ( che trovasi a Korolev, in Via Borgomolova 1/24) è quella del modesto museo provvisorio ove si trovano le poche suppellettili che hanno accompagnato nella sua vita  Marina Cvetaeva.

 Bluewind

 

 

venerdì 24 agosto 2012

IL COLORE DELLA NOTTE


 IL COLORE DELLA NOTTE

Potrebbe anche stupire chiunque abbia posto dei paletti al proprio modo di considerare l’esistente, che un sacerdote (musico musicista, compositore di venti opere di musica liturgica, di sedici opere liriche, di ottantacinque duetti da camera , vissuto dal 1655 al 1728) sia rimasto per diversi secoli “oscurato” (si, proprio questa è la parola giusta: “oscurato”). Trattasi di Agostino Steffani (recentemente. riscoperto da Cecilia Bartoli, non nuova ad imprese del genere, ed il cui album/disco “Mission”, ed Decca, sarà in commercio dal 24/9), Ebbe ai suoi tempi periodi di notorietà, ma attualmente trovasi in una singolare “nebulosa informativa” (nulla avviene senza una ragione e senza uno scopo). Ebbe a svolgere attività di sacerdote, di diplomatico, forse di spia (trattandosi di un cattolico, inviato in missione ufficiale in un paese protestante: la corte di Vienna). Per l’italica gens trattavasi di un compositore tedesco. Per i tedeschi era un compositore italiano. (Si perpetuava in tal modo quello, che dall’epoca napoleonica,  era avvenuto per il “mal cortese” (la sifilide). Che, in Italia era denominato “mal francese” ed in Francia “mal napoletano”. Ed anche recentemente la vicenda, nel suo complesso, nella attuale giornalistica  messa in luce di intrighi e sospetti sulla S. Sede, hanno sospinto una scrittrice giallista (Donna Leon), notissima all’estero ma sconosciuta in Italia, ad inserire lo Steffani in una sua trama nel romanzo “I gioielli del Paradiso”, da poco tempo in circolazione (all’estero).
C’è solo da chiedersi come,occupato in tutte le attività sopra descritte, lo Steffani abbia potuto anche occuparsi di musica, cioè di arte. E quale affinità, complementarietà o compatibilità possa ipotizzarsi tra la sua attività sacerdotale e le sue composizioni musicali che, come quello che accompagna il post, riguardano messe in scena ed esistenze umane fastose, che mal si conciliano con i principi di una buonistica religiosità catechistica ( costruita da precetti e ritualistiche ripetute ed, a volte, anche corrette. Come ad es. la funzione domenicale). Ma proprio questo è il “miracolo” dell’arte. Mediante la quale è possibile penetrare in qualsivoglia dimensione, godendone, senza rimpianti e con una partecipazione senza colpe. Perché l’arte (e la musica con essa) riscalda l’animo ed, a volte, anche il cuore. Che è ciò che ritiene anche A. Blok (il grande poeta russo) quando osserva ( in “come è penoso andare tra la gente”; cfr. il post precedente) : “ che il mulinello dell’essere, solo nei riflessi dell’arte l’uomo vede”. Ed a volte, fa sembrare la notte meno buia.

 Bluewind

 

 

Com'è penoso andare tra la gente


 COM’E’ PENOSO ANDARE TRA LA GENTE  

Com’è penoso andare tra la gente/fingendo di non essere defunto/e raccontare a chi non ha vissuto……./il mulinello dell’essere, che solo/nei riflessi dell’arte l’uomo vede….. (da “Come è penoso andare tra la gente” di Blok)
E’ terribile il freddo delle sere/il loro vento che batte angoscioso/il febbrile frusciare sulla strada/ di passi inesistenti….(da “E’ terribile il freddo delle sere” di Blok)
Il vento portò da lontano/l’accenno di un canto di aprile/chissà dove limpido e profondo/si aprì un pezzetto di cielo (daIl vento portò da lontanodi Blok)

Aleksandr BloK. Forse il più grande poeta russo. (Dopo A. Puskin) un simbolista. Rampollo di una famiglia di elevata intellettualità.
Petito. Anch’esso un simbolista. Attore e commediografo napoletano dell’ottocento.(detto anche Totonno o’pazzo, semianalfabeta). I rispettivi brani dei due autori sono stati accorpati dalla pazienza e dalla professionalità del regista Emanuele Valenti e del drammaturgo Antonio Calone, che ne hanno ricavato uno spettacolo (PetitoBlok) che viene rappresentato al festival di Castel dei Mondi, che si svolge in una imprecisata località del mezzogiorno d’Italia.

 Bluewind

 

 

mercoledì 22 agosto 2012

Nessuno nasce, nessuno muore (ne "La Tempesta")


NESSUNO NASCE NESSUNO MUORE

 (Ne “La Tempesta”)

.Nel senso che tutto è fermo ed immutabile. Ne “La tempesta”. Nella vicenda tutto inizia quando tutto è già avvenuto. Si tratta solo di riannodare i fili pendenti delle vicende precedenti. Non ignorando che quanto si rappresenta a teatro è solo una finzione. Che intende riparametrare il reale, che forse non è quello visibile. O, se lo è, sarebbe solo la riproduzione di quello vero. Quindi una finzione. Giorgio Strehler è probabilmente uno dei pochi, (nella rappresentazione scenica della stagione 1977/78) ad aver compreso il senso del dramma (poiché di dramma si tratta, nonostante l’apparenza del lieto fine) che è quello di essere la riparametrazione allegorica di un quid (l’esistenza) che si è soliti definire reale ma che reale non è, poiché ciascuno se lo raffigura in un modo diverso. Ed è questa la ragione per la quale il Regista (G.Strehler) fa evidenziare sulla scena i marchingegni che producono il vento, la tempesta e quant’altro. Anch’essi finzioni.
Se ne rende conto lo stesso Autore (Shakespeare), profondamente scoraggiato, che, evidentemente dopo aver fatto un bilancio della propria vita, ci lascia ancora una volta un suo messaggio (in effetti l’ultimo, poiché la Tempesta è del 1611 e Shakespeare lasciò il mondo dei viventi il 23/4/1616). Indicandoci che la sua opera è la riparametrazione allegorica della nostra stessa esistenza. Nella quale tutto sembrerebbe doversi modificare e cambiare ma nulla di ciò effettivamente accadrà. Rimarrà solo l’esigenza del cambiamento e nient’altro. Ed anche la saggezza non potrà esserci di aiuto o conforto. Poiché è fine a se stessa. Cioè non è di nessuna utilità pratica. In quanto siamo sovrastati e dominati dall’” amore per il nulla e dalla paura del tutto”  (cfr. AUDEN e KIERKEGAARD) e non ci siamo resi conto che il mondo intero è un’illusione (“the great globe..shall dissolve”) e “ noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni (atto IV, 1, 156) e quindi la nostra stessa vita è un sogno ( ed a volte, per taluni, un bel sogno).

Bluewind




martedì 21 agosto 2012

SIBILLINERIE (Splendide ninfe e magiche dame)

SIBILLINERIE  (Spendide ninfe e magiche dame)

La Sibilla probabilmente vi spadroneggia ancora. Sui Monti Sibillini. Perennemente spazzati dai venti. Probabilmente le tiene compagnia il prode eroe germanico Tannhauser, arrivato sin qui dal medioevo per bussare alle porte del regno di Venere, creato dalla Dea negli abissi di queste misteriose contrade. Era questo il mitico Venusberg  (in Germania v’è una cittadina con questo nome) che era una specie di Eden pagano, popolato da streghe, fate,folletti  nonché da splendide ninfe e magiche dame. Questo è ciò che ha narrato nel quattrocento Antoine de La Sale nella sua non diffusissima opera “Il paradiso della regina Sibilla”. Che è la parametrazione del personaggio reso immortale non già dalle sue nobili imprese ma dall’opera lirica di R.Wagner.Ed a far la guardia a tutto ciò v’è il “Lago di Pilato” (a duemila metri d’altezza) ove sembra che costui (Pilato) si sia dato la morte gettandovisi dentro, per purificarsi, con le sue acque (gelide) da quelle con le quali si era terse (così credeva) incautamente le sue mani. Più vicini ai nostri tempi (e fondamentalmente più innocui) sono i lupi che,nelle lunghe notte d’estate, fuoriescono dal Parco (dei Sibillini) per frequentare i paraggi delle case limitrofe. In cerca di cibo. E se non gli si dà qualcosa potrebbero fare  piccoli dispetti creando dei risolvibili problemi e forse facendo aumentare la simpatia nei loro confronti. Ci sarebbe anche l’eventualità che qualche cucciolo di volpe, alla vista di coloro che considera estranei, li osservi con aria stupita, come se si trattasse di indebiti invasori, appartenenti ad una dimensione  che a lui non compete.
Bluewind


lunedì 20 agosto 2012

Pietà ?...forse no (ma è solo un'ipotesi)


PIETA’…forse  (ma è solo un’ipotesi) 


Maria
. Non sembrerebbe affranta (come raffigurata in altre “deposizioni” di altri autori) ma solo alquanto pensierosa. Forse si è anche assopita. Avendo metabolizzato l’iniziale acme del Suo dolore, conseguente all’uccisione del Suo meraviglioso Figlio. Intervenuta qualche anno dopo la scomparsa del Suo sposo Giuseppe. Essa appare, nell’opera di Michelangelo, assai più giovane di quello che avrebbe dovuto essere, quasi una bambina. Che appare imbronciata, presumibilmente contro tutti. Ovviamente i Suoi attributi sono divini. Ma non al punto di annullare la Sua origine umana. Come umano era anche il Suo figliolo. E tutto ciò potrebbe indicare non già delle semplici anomalie ma un segnale che, con la sua opera, Michelangelo ci invia per  avvisarci di un messaggio. Che ci invia. Come già avvenuto con l’immagine della “Creazione  e di un Adamo, il primo uomo, con la sua quasi svogliata accettazione del dono della vita fattogli dal Padreterno. (cfr. post precedente). Pertanto, se così è (ovviamente è solo un’ipotesi) si tratta di interpretare questo messaggio, che tra i numerosi altri ipotizzabili, potrebbe essere questo (il condizionale è ancora d’obbligo): Maria si era resa conto che l’umanità nel suo complesso l’aveva privata del Suo figliolo esclusivamente poiché era un giusto. E che ciò avvenga quasi sempre  costituisce il vero peccato originale dell’umanità, sempre disposta a credere ai messaggi di coloro che giusti non sono. Ma  per Maria, giovanissima e quasi bambina, costoro non prevarranno. Non praevalebunt. Che, mi sia consentito, è come dire: “no pasaran” !. (Speriamo non sia solo una speranza).

 Bluewind
  

domenica 19 agosto 2012

CREAZIONE (Quel che resta dell'uomo)


CREAZIONE  (Quel che resta dell’uomo)  

 Stragi se ne compivano. Anche all’epoca di Michelangelo. Malattie mortali e miseria imperversavano. Anche allora. Ma il mondo dell’arte figurativa sembrava sempre essere (figurativamente) trionfalistico. Sin dalla sua nascita (figurativa del mondo). Come appare dall’affresco di Michelangelo. “La creazione di Adamo”. Il primo uomo. Ove un Padreterno senza peso, sospinto dagli angeli allunga la mano a quella di uno svogliatissimo Adamo (il quale a sua volta Gli allunga la sua, quasi per pura condiscendenza) per trasmettergli il dono dell’esistenza. E qui, per tale figurativamente raffigurata svogliata condiscendenza di Adamo, Michelangelo sembra trasformarsi in un contestatore ante litteram dell’esistente. Figurativamente, nell’immagine, tutto è figurativamente perfetto. Nelle forme. Nei gesti. Ma tutto o quasi tutto non lo è. Per opera di Michelangelo. E di quella quasi svogliata accettazione del dono da parte di Adamo.
Cosa è rimasto (da allora) ? Se dobbiamo credere a S. Beckett in “finale di partita” (“Endgame”) Nulla o quasi nulla è rimasto di tale trionfalismo, a parte i lodevoli eventi di carattere individualistico dei pochi, spesso misconosciuti, protagonisti della zona positiva dell’esistenza. Emblematicamente i sopravvissuti  alla “creazione”(in “finale di partita”) sono: Hamm, che è un anziano signore, non vedente, incapace di reggersi in piedi. Il suo servo Clov, anch’esso inabile. I genitori di Hamm, che convivono in secchi della spazzatura (che sembrano essere l’aforistica collocazione della vecchiaia). Giovani non ve ne sono. Infatti non v’è spazio per essi. E tutti sono in vita poiché sono solo in attesa che la tragicommedia abbia finalmente fine. E ponga a sua volta termine al tempo senza orizzonti di ogni giornata. In pratica si tratta, sempre aforisticamente, dell’ultima parte di una partita a scacchi ove la sconfitta è già segnata ed ogni giocatore che avesse classe (e non fosse un dilettante) avrebbe già abbandonato da tempo il gioco. Trattasi probabilmente della aforistica raffigurazione teatrale del mondo, quale esso attualmente è, nel quale i protagonisti convivono in una dimensione di tragica ed inesorabilmente immodificabile staticità. E nella quale le uniche novità sono quelle che vengono ipocritamente e ripetitivamente ridenominate (ma che sono da tempo esistenti).
Ed allora ? Per quanto riguarda la pretesa veridicità della bellissima favola della “Creazione”, BW non ci metterebbe, per così dire, la mano sul fuoco. Ma per quanto riguarda gli esiti effettivi di tale “Creazione” ? Potremmo concludere come fa lo stesso Beckett in “Finale di partita”: “La terra si è spenta, benché io non l’abbia mai vista accesa”..

Bluewind




sabato 18 agosto 2012

Pussy Riot


PUSSY  RIOT

 Trattasi evidentemente di un macroscopico errore giudiziario. Infatti se l’imputazione era, come sembra, quella di “istigazione all’odio religioso “ risulterebbe innegabile che il così detto reato  per la sua configurazione e la conseguente condanna risulterebbe carente dell’elemento psicologico,. Infatti, come si evince dal brano video che accompagna il post, a tutto tendevano le tre Pussy Riot tranne che “istigare all’odio religioso “. Il loro unico scopo era quello di demitizzare Putin ed il suo potere. Quest’ultimo, d’altra parte, ne era così convinto che aveva dichiarato di essere favorevole ad un loro completo proscioglimento. (Certo che averle come figlie, creerebbe qualche  problema. Ma questo è un altro discorso)..
 Bluewind

giovedì 16 agosto 2012

INTELLETTUALISTICHE VAGHEZZE


INTELLETTUALISTICHE VAGHEZZE

E’ un problema (se così si può chiamare) irrisolto quello della comparazione tra l’attività del mafioso che impone la sua protezione (dietro pagamento) e quella di colui che, a volte in posizione autorevole procuri, sotto traccia, un qualche vantaggio a chicchessia (anch’esso in posizione privilegiata) con l’aspettativa di averne da quest’ultimo un qualche beneficio e vantaggio (per sè o per altri prossimi congiunti). Tale tematica ha formato oggetto di numerose pubblicazioni, anche recentissime, tra le quali “Vaghezza” di Sebastiano Moruzzi e “La Vaghezza” di Elisa Paganini, ambedue concordi nel definire vaghezza il “sotto traccia” sopra descritto. Poiché sul piano filosofico, sociale,etico e metafisico la valutazione potrebbe essere del tutto ovvia e risolutiva e poiché sembrerebbe che così vadano le cose (il condizionale è d’obbligo) ulteriori commenti risulterebbero pleonastici ed oltretutto inutili. (“Let it be” direbbero i Beatles) .

Bluewind

mercoledì 15 agosto 2012

Alles schwindel (Tutti imbrogliano)


ALLES SCHWINDEL  (Tutti imbrogliano)

 La caccia ai possidenti di megayacht continua. Nelle „calette proibite“ della Maddalena. Se ne vadano, Se ne vadano (come già fanno) ad inquinare le coste croate, francesi (e quant’altre) questi oligarchi russi (a noi bastano i nostri), tedeschi…ecc. E’ questa l’invocazione giornalistica di un articolista sulla prima pagina di un quotidiano nazionale.
Nel contempo si scopre (è lo stesso quotidiano che ne parla) che anche fare il pieno di benzina o di diesel non è scevro di rischi. Poiché il misuratore potrebbe essere stato taroccato e cioè eroghi una minor quantità di benzina di quella, ufficialmente, segnalata dal display. O che al diesel sia stato aggiunto dell’olio sintetico . Provocando irreparabili danni al motore. (Sulla base dei controlli si è accertato che 356 colonnine erogatrici su 2.400 sono fuori legge).
Ricordo che qualche anno fa, in una zona d’Italia che non desidero indicare, si erogava la finta  benzina super. Realizzata con l’aggiunta di una polverina rossa (allora la super era rossa) alla benzina per usi agricoli (che era verde ) in qualche modo procurata o trafugata. Ciò costringeva i malcapitati fruitori dell’erogazione predetta a subire il disagio,subito dopo il rifornimento, di un motore che procedeva a strattoni e di far pulire il carburatore, con aggravio di spesa. Come si vede, nulla o quasi nulla è cambiato (tranne lo strumento “tecnico” della locupletazione). Il post viene accompagnato dal brano video musicale “Alles  schwilndel” (tutti imbrogliano) eseguito con il consueto impegno dalla bravissima Ute Lemper. Non v’è testo nè traduzione del brano, poiché è storia di tutti i giorni. Che tutti noi conosciamo



Bluewind





martedì 14 agosto 2012

In attesa del tram (B.Brecht, M.Sironi)

       
Città (B.Brecht)



Unter ihnen sind Gossen
In ihnen ist nichts, und uber ihnen ist Rauch
Wir waren drinnen, wir haben nichts genossen
Wi vergingen rasch.
Und langsam vergehen sie auch.
B. Brecht (Uber die Stadte)

Sotto di loro vi sono le fogne
 in esse  non c’è nulla,  sopra di loro v’è  solo fumo
Noi ci abbiamo vissuto, senza nessuna felicità
Presto scompariremo. Ed anche esse, lentamente, scompariranno.
                                                                                                          

lunedì 13 agosto 2012

LO SPECCHIO MAGICO (Hopper. Munch)

LO SPECCHIO MAGICO(Hopper, Munch)
Il messaggio di Hopper  non si può comprendere senza quello di Munch. Costui, con il suo urlo assordante, aveva pur sempre espresso una reazione e con essa l’angoscia dell’uomo contemporaneo, e quasi un presagio di quanto, di lì a poco, sarebbe avvenuto (negli anni 30 e successivi). La sua era una reazione rabbiosa, quasi di rivolta contro il reale. Hopper è il dopo Munch ed il suo mondo è apparentemente senza problemi. Ma è svuotato dentro. Ed al tempo stesso è stilizzato. Elegante nelle forme (forse troppo ripetitive). Ma anche moderno. Questo sì. Vi compaiono, in questo nuovo mondo, persone silenziose. Apparentemente tranquille. Le superfici dei manufatti (bars, edifici e quant’altro) sono ben rastremate. Lucide quando devono esserlo. Ma tutto ciò sembra essere come l’assorto custode di un vuoto dentro. E ben vero, gli edifici appaiono perfetti nella loro esteriorità (cfr. “House by the railroad”) ma non sembrano fatti per abitarci dentro. Sono, per così dire, senza vita. La ragazza dell’”Hotel room” ha un libro tra le mani. Ma non lo legge. E’ troppo lontano dal suo sguardo per farlo. Cosa è avvenuto, dopo la ribellione di Munch ?  E’ avvenuto che l’istinto alla sopravvivenza ha, per così dire, preso il sopravvento. Ed ha somatizzato, metabolizzato tutto ciò che è accaduto (l’olocausto,le pulizie etniche…) e ciò che, presumibilmente, sarebbe accaduto in seguito (l’arte è come uno specchio magico: del passato, del presente e del futuro). Poiché ormai la collettività ci convive con ciò che è accaduto, apparentemente tranquilla, ma con un vuoto dentro che, a volte, non può non manifestarsi anche esteriormente. Qualcuno, se ancora fosse in vita, potrebbe suggerire che “la guerra continua !”.Ma non è vero. La guerra ormai non c’è più. Le è stata cambiata denominazione. Ed allora non rimane che “vivre pour vivre”. Ma anch’essa – la frase – risulta vuota, priva di contenuto. Non ha più alcun senso.
Bluewind

domenica 12 agosto 2012

Troppo tardi per dirvi addio (Mondine)



Troppo tardi per dirVi addio (Mondine)
 Era un ‘altro mondo. La campagna, le risaie non erano un deserto verde. Senza alberi.  Senza vita. La sera erano gremite di rondini. Di libellule. Queste ultime divoravano gli insetti ed, a loro volta, venivano divorate dalle rondini. Adesso non più. Al loro posto vi sono trattori e disserbanti (che hanno definitivamente interrotto la catena alimentare). Non vi sono più neanche le mondine. Lavoratrici a tempo determinato “ante litteram”. Partecipi di un mondo di povertà e di lavoro durissimo. Nel quale sopravvivevano cantando, mentre lavoravano, sotto un sole cocente, le gambe e le mani immerse nell’acqua. Partecipi di un mondo di valori perduti. Di parole date e mantenute. Di canzoni di lotta e di speranza. Di “bella ciao” e di “non ti fidar di un bacio a mezzanotte”. Alle quali credevano. Ma Voi mondine, adesso, non ci siete più. (E forse) è troppo tardi per dirvi addio.
Bluewind


sabato 11 agosto 2012

There is no way out (Little Big Horn)


There is no way out

 LITTLE BIG HORN

Litttle Big Horn. Fu una delle più famose battaglie del West. Nella quale ebbero a verificarsi numerosi errori tattici e strategici. (non tutti attribuibili al gen. Custer). In gran parte legati ad un tecnicismo che, a volte, non è in sintonia con la variegata emblematicità del reale. Tutto ebbe termine con un completo insuccesso. E con uno sperpero di innocenti vite umane. Ma tutto ciò non ha minimamente scalfito il mito trionfalistico di un generale (Custer) del quale si poteva solo dire che fosse senza macchia e senza paura. Qualità che peraltro non furono in grado di condizionare in senso positivo la battaglia. E’  questa una storia ormai lontana.  Ma, come si sa, la storia a volte può ripetersi. Anche in ambiti che non hanno nulla da spartire con quelli propriamente bellici.

Bluewind

venerdì 10 agosto 2012

SCIMMIE PENSANTI (a volte guardano il cielo)



SCIMMIE PENSANTI
 Che guardano un cielo, a volte stellato
Milioni di anni fa, si eresse sulle zampe posteriori e cominciò a guardare il cielo.i Iniziò a riflettere. La riflessione indebolì alcune facoltà percettive nonchè il suo originario istinto ad una disinteressata socialità. Ma consentì all’individuo, sorto dal nulla, una maggiore autonomia esistenziale. Ed una maggiore riflessione su quello che poteva considerarsi il suo presente, il suo passato ed il suo futuro. Ciò non poteva non prefigurargli che la sua esistenza dovesse avere un senso, un significato. Sorsero così gli ideali. Si rese conto che la mente è tutto. O quasi. Che i fatti (veri) non esistono. Esistono solo le interpretazioni di tali fatti. (cioè le opinioni). E che la verità assoluta non esiste. E che tutto potrebbe essere solo un’opinione. Che è al tempo stesso la libertà del pensare. Senza vincoli.  E che è molteplice e mutevolmente cangiante nel tempo. Odisseo, al quale venne offerta l’eternità, la rifiutò. Preferì continuare il suo viaggio. Nella molteplicità continuamente cangiante. L’eternità non lo avrebbe consentito. Poiché l’eterno è sempre identico a se stesso. Ed il senso della vita è al tempo stesso molteplice e cangiante. Fatto di innumerevoli seduzioni, inimmaginabili illusioni, incredibili abbandoni e stupefacenti ritorni.
 Quella che precede è solo una sintetica  forse malriuscita sintesi di ciò che ha scritto oggi E.Scalfari su “Repubblica”. BW  fa accompagnare il post da quello che ritiene essere il Suo (di Scalfari) brano preferito : “As time goes by”. Sulla cui musicalità sembra potremmo trovarci tutti d’accordo. Il resto potrebbe essere solo un’opinione.
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giovedì 9 agosto 2012

Scorciatoie, che passione !


SCORCIATOIE CHE PASSIONE !

 Quasi tutto nella vita è inganno.Forse anche questa frase (e quel che segue)

Non mi scioglierei troppo in lacrime. Per il caso Schwarzer. Come fa certa stampa. Che nel tentativo di minimizzare l’episodio (tentando di farlo apparire come un incidente di percorso, quasi una limitatissima eccezione alle regole) discetta se trattasi di un evento che riguarda la testa o il cuore. Evitando di rilevare che, forse, la via delle scorciatoie potrebbe anche essere una specie di via maestra (o, se si preferisce, un’autostrada di grande traffico), nella quale ciascuno di noi potrebbe imbattersi, a suo danno e suo malgrado, ad ogni passo. Potrebbe anche trattarsi di un quid che è alla vista di tutti, anche di coloro che non se ne accorgono, poiché non  hanno la capacità di accorgersene. Ed allora ? Lasciamo Schwarzer alle sue lacrime. Voltiamo pagina. Senza indagare, mentalmente, troppo. E’ vero che “oportet ut scandala eveniant”. Ma senza esagerare. Perché, alla fine, potrebbe anche scoprirsi che è proprio  questa, in gran parte, la ragione della crisi. E che pertanto è insano prendersela con una collettività incolpevole

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mercoledì 8 agosto 2012

COMPLICI ANCH'ESSI ? (I Promessi Sposi)


COMPLICI ANCH’ESSI
 
Alessandro Manzoni. Complice dell”Unità D’Italia”. Con il suo romanzo (I Promessi Sposi) scritto in perfetto italiano. Che, conseguentemente, ha fornito una valenza letteraria e linguistica al nuovo Stato. L’Italia. Altri Numerosi autori continuano ad elaborare e scrivere i loro testi in italiano. Come Alessandro Manzoni. Complici anch’essi ? Di questa Unità ? 
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martedì 7 agosto 2012

Le sirene non cantano più (spread)


Le sirene non cantano più

Evidentemente non è un problema di rapporti interpersonali tra albergatore ed i suoi ospiti  (come ritiene oggi Pierluigi Martelli su “Il giorno”) quello che riguarda gli attuali malumori italo tedeschi. E’ infatti del tutto ovvio che per chi periodicamente pernotti e si intrattenga in un albergo della costa romagnola ( e di altre coste) pagandone regolarmente la retta, i rapporti (tra lui ed  il suo albergatore) non possono che essere improntati ad un clima di reciproca cordialità e simpatia. Ma il problema vero  è quello sottaciuto dello spread, in relazione al quale (ignorandosi la sua inesistente obiettività) chi “ giudica ed avvinghia” in  Europa (e non è l’Italia o Mario Monti) può fare, nel proprio interesse, il buono ed il cattivo tempo. E stupisce…ed anzi non stupisce affatto che su tale argomento la stampa ed i massmedia abbiano perduto, per così dire, la voce.

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lunedì 6 agosto 2012

Ecologismi biciclettari (P.Daverio,piste ciclabili)


Ecologismi biciclettari

(Così è se Vi pare…o Vi si dice che sia)

Lo afferma autorevolmente  (su “Il giorno” del 6/8/12) Philippe Daverio, eminente critico d’arte (e di costume) che: “si aggira per l’Italia” lo spettro del “perbenismo biciclettaro” che sta compromettendo alla grande l’estetica delle città d’arte. Con lo ”spezzatino delle piste ciclabili” e cioè con un complesso di piste ciclabili, interrotto quasi ogni 10 metri per consentire gli attraversamenti dei tram, le fermate degli autobus, gli attraversamenti avanti le scuole e quant’altro. Ciò avviene a Milano, a Firenze. A Roma è già avvenuto ma nessuno se ne è accorto. Perché tali piste non le frequenta nessuno, e quindi è come non esistessero. Si sa, Roma ha da tempo un’antidoto per queste cose. (Per questo viene denominata “Città Eterna”). Forse è un male..ma è meglio un male che fa sopravvivere ad un bene che non te lo consente..
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