OTTICA
TERRESTRE (e non solo)
(RAINER
MARIA RILKE)
Con il consueto stile giornalistico
Gramellini ( su la “Stampa” del
29/02/012) bacchetta i Suoi Colleghi, editorialisti del “Giornale “ e di “Libero”
per aver costoro pesantemente ironizzato sulla vicenda del NO TAV arrampicatosi su un
traliccio elettrico ed attualmente in coma. WW condivide tale (a dir poco) dissenso dell’amico Gramellini,
in quanto ritiene che si deve sempre avere rispetto per il dolore e con esso
per la vita di chicchessia. Ma non crede di dover esprimere alcuna meraviglia
per ciò che sembra essere una costante piuttosto consueta della nostra esistenza
collettiva. Che è il NON SENSE. E cioè la battuta, la
vicenda, l’atteggiamento, l’azione poste in essere senza neanche una apparente
razionalità. Prive di un sensato fondamento logico E che quindi risultano sostanzialmente fine a se
stesse. Esemplificativamente si può iniziare dagli “otto milioni di baionette” (ammesso che siano mai esistite) . Come
se le guerre si vincessero a baionettate. Ed a proseguire con le scarpe di cartone, fornite in dotazione ai nostri militari inviati
in Russia ed in Albania. Si potrebbe proseguire ulteriormente con l’affermazione,
posteriormente addotta per giustificare la guerra, che sarebbe stata dichiarata
in quanto si riteneva che sarebbe durata poco (solo il tempo per procurarsi i
1000 morti occorrenti per sedersi al tavolo della pace). Come se non fosse
notorio che le guerre non durano mai poco. E si sa, quando iniziano e mai
quando finiscono. Ai tempi attuali si potrebbero menzionare anche le
verniciature, presumibilmente, notturne dei treni. Anche dei vetri dei
finestrini. Le biciclette assicurate da incauti ciclisti ecologisti ai pali
stradali e ritrovate la mattina
successiva con danni tali da risultare inservibili. Ed a queste potrebbe anche
aggiungersi la risalita sul traliccio elettrico, un ulteriore NON SENSE… E così la guerra dei NON SENSE continua ancora…
Accompagna il post (per elevarne
possibilmente il tono) uno stralcio del brano musicale “METAMORPHOSIS” di Richard Strauss (inserirlo integralmente sarebbe
stato non conveniente poiché ha durata di 28 minuti) che per molti esperti
musicali sembra essere la parametrazione più coerente del messaggio poetico-
filosofico lasciatoci da Rilke, che
quasi un centinaio di anni prima del filosofo sociologo Derrida, aveva definito la nostra esistenza come la sfera della
caducità cui apparteniamo, la “realtà
del doppio regno”, nel quale la vita e la sua cessazione appartengono allo
stesso modo di essere, assieme alle cose che ci circondano, che, come noi, “del morire vivono”.Nel precedente post
(Metamorphosis) v’è la prima parte dell’omonimo brano eseguita però al piano
dalla eccezionale Bianca Partic.
Westwind
Westwind
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