venerdì 29 giugno 2012

LA GROTTA DEL TEMPO (Luce blu II)




LA GROTTA DEL TEMPO  (Luce blu II)

Ogni volta vi entrava, facendo attenzione a non scivolare sullo strato di guano nero e viscido lasciatovi dai pipistrelli (migliaia), che vi soggiornavano. Ogni volta aveva la sensazione di fare un viaggio nel tempo. (All’indietro).  In un tempo molto lontano.  Il laghetto di acqua dolce e sorgiva era poco distante. Con il  suo fondale di sabbia minuta e bianchissima illuminata da un fascio di luce radente proveniente, dal basso, da una lunga fessura della roccia, comunicante con l’esterno. Ogni volta vi si immergeva. Nella sua acqua freddissima. La attraversava con rapide bracciate. Interrompendo per attimi quei cerchi concentrici dell’acqua sorgiva (sembra che, durante la guerra, i residenti la utilizzassero per usi alimentari) che, dal fondo, saliva in superficie, disegnando quei cerchi. Ogni volta aveva la sensazione di percorrere, a ritroso, un viaggio nel tempo. In un tempo ormai remoto. Ed ogni volta provava un senso di disagio. Poiché aveva la sensazione di non trovarsi al posto giusto. Non a quello che gli era congeniale.

Bluewind

mercoledì 27 giugno 2012



NULLA E’ (COME SI DICE CHE SIA)

La parte conclusiva di una partita di scacchi è denominata “Finale di partita”. (Fin de partie, secondo S. Beckett). Allorchè i giocatori dilettanti continuano a giocare, non accorgendosi dell’inevitabile sconfitta. Mentre i giocatori professionisti, di fronte ad una ineccepibile situazione di svantaggio, produttiva della desumibile sconfitta, abbandonano il gioco. Non so come mai, leggendo l’editoriale di Gramellini (sulla Stampa del 27/6) che scende in campo in difesa del marco (pardon, lapsus linguae, volevo dire “ dell’euro”) sostenendo che la lira è “una lira da scordare” (che è anche il titolo dell’editoriale.)  mi è venuta in mente questa particolarità del gioco degli scacchi. Riconosco che, come sostiene Gramellini,  all’epoca della lira, la svalutazione gonfiava gli affari e quindi ne allontanava la recessione. Ma perché, non c’è anche adesso, con l’aumento dei prezzi, la svalutazione ? E non è pagata, oltre che da tutti noi, da intere masse di lavoratori ridotti in miseria perché disoccupati e senza pensione ? E sembra accettabile la consuetudine di avere o di attendere una qualche pagella di benemerenza, da coloro che veramente ed europeisticamente contano, poiché ci si è comportati bene ? Cioè perché si è stati ligi  alle direttive sovranazionali del momento ?. E siamo altrettanto sicuri che non ci sia qualcuno (personaggio o nazione) che, nell’Olimpo europeistico, non possa o non debba considerarsi (tanto per rimanere nell’argomento) uber alles ?

Westwind




martedì 26 giugno 2012

SPLENDIDAMENTE SOVVERSIVA (Marisa Merz)




SPLENDIDAMENTE  SOVVERSIVA (Marisa  Merz)

La Sua arte è un’arte (apparentemente) povera. Ma ricca di atmosfere e di significati. Splendidamente sovversivi. Nel senso che non sembra riconoscersi  nella realtà del nostro tempo. E non la vede neanche. Probabilmente neanche si è accorta che esista. Marisa Merz trascura persino di dare un titolo ed una data alle Sue opere. . Perché rifugge da qualsivoglia catalogazione per evitare di imbrigliarci in un contenuto, che sta esclusivamente a noi decifrare. Liberamente. Spaziando nel labirinto infinito delle nostre più riposte ed inconfessate (anche a noi stessi) fantasie. I Suoi sono volti in qualche caso smunti oppure imperfettamente truccati, che sembrano presenze sempre più lontane dalla realtà ma che sono pur presenti in essa. Sono presenze mute di una esistenza (quella nostra)  che sembrerebbe non essere più in grado di percepire nulla al di fuori della plateale muscolarità, della ammiccante fisicità e di quant’altro costituisce la materialità e la ripetitività banale del nostro esistere. Grazie Marisa ! Consentici di consideraTi una dei nostri !.

Westwind




lunedì 25 giugno 2012

Illusionistiche divagazioni (I )(Il lavandino delle Alpi)




Illusionistiche divagazioni (I)(Il lavandino delle Alpi)

 (Le vicende, i personaggi, i tempi, i luoghi e le denominazioni del testo che segue sono esclusivamente frutto di fantasia e e non hanno alcun rapporto con vicende, personaggi, tempi e luoghi della realtà reale).

L’albergo si trovava a brevissima distanza dal Passo Rolle. Il luogo (S. Martino di Castrozza) era definito dai residenti “il lavandino delle Alpi”. Poiché ogni nuvola o nuvoletta che girovagasse nei dintorni vi veniva irrimediabilmente attirata, facendovi piovere (o nevicare, a seconda delle stagioni) a dirotto. A qualche Km di distanza v’era Predazzo, località che solitamente ospitava l’allora Presidente del Consiglio Prof. Aldo Moro, che l’aveva prescelta come luogo (privilegiato, rispetto ad altri) ove trascorrere le Sue vacanze estive. Ciò che costituiva per il maresciallo dei carabinieri del posto e per la zona stessa motivo di inesauribile vanto. Tra gli altri ospiti dell’albergo, v’era una famiglia veneziana con quattro ragazze. Con una di esse Clara, studentessa cleptomane) ebbi diversi rapporti (notturni). Dei quali non ho alcun merito poiché fu lei stessa a propormelo. Era, come già detto una cleptomane. Di una cleptomania inesauribile ed irrefrenabile. Aveva il continuo impulso di portarsi via, con straordinaria celerità, ogni portacenere od altra suppellettile di limitato ingombro che si trovasse attorno a lei nei locali nei quali ci si trovava. Di giorno abitualmente frequentava un gruppetto di giovani studenti padovani che sospendevano tra di loro ogni conversazione  non appena noi arrivavamo. Ed ogni volta ci lanciavano occhiate non proprio amichevoli. (continua sul blog: “westwind04.blogspot.com”)

Westwind


domenica 24 giugno 2012

Lulù (Berg)




Lulù (Berg)

 Questo terreno, devo confessarlo, mi coglie del tutto impreparato. E probabilmente ha colto impreparato lo stesso Autore. Il quale, fattosi accompagnare da Adorno, Suo buon amico, alla prima rappresentazione dell’opera (se non erro a Berlino) veniva consolato dallo stesso Adorno. Perché l’opera aveva avuto un trionfalistico successo di pubblico. E sconfortato ripeteva a se stesso “ che cosa c’è che non va nella mia opera ? Devo aver pur commesso qualche errore. Quale ?”. E presumibilmente qualcuno di coloro che leggeranno il post, potrebbe anche essere del suo stesso parere. Comunque, per quanto riguarda la simpatica Lulù, penso che così ci si nasce. Non tutti o tutte nascono Teresa di Calcutta (posso inserire l’avverbio….fortunatamente ?). E, probabilmente, a volte ed in certe situazioni l’istintività travolge tutto. Non vi sono, per alcuni, difese che tengano. E poi che colpa aveva Lulù se era fatta così. Mentre per gli altri la situazione era ben diversa. Poiché volevano qualcosa che, considerata la natura di Lulù, non potevano ne avere ne volere. Ed inoltre Lulù (ed è questo che più conta) non ha ucciso nessuno. Forse questo potrebbe anche essere considerato un giudizio fariseico. Ma meglio così che una condanna.

Westwind




sabato 23 giugno 2012

Per fortuna che c'è la scienza (l'isola di Pasqua)





Per fortuna che c’è la scienza (L’isola di Pasqua)

Nelle isole del Pacifico quando il figlio maggiore del capo villaggio succedeva al padre, gli altri figli con i rispettivi clan si trasferivano in altre isole, disabitate. Per creare un qualche collegamento con gli antenati, ne scolpivano, opportunamente stilizzate, delle gigantesche statue, che avevano il compito di esercitare una benevola protezione sull’intera comunità. Il mistero che tormentava il mondo civile era come avessero fatto, queste popolazioni primitive, a trasportare questi giganteschi monoliti dal luogo ove erano stati scolpiti a quello dove si trovano adesso. Ma il mistero è stato fortunatamente chiarito. Da una spedizione scientifica . Appurando che l’anzidetto trasporto sarebbe avvenuto tramite semplici corde e con l’ausilio di un gruppo non superiore alle 18 persone che avrebbero trainato i monoliti stessi (pesanti in media 5 tonnellate) fino al luogo della loro definitiva collocazione.

Westwind


venerdì 22 giugno 2012

Figli di un Dio (minore) (Bach)





Figli di un Dio minore (Bach)

Si tratterebbe non già , come denominati da Gramellini (sulla STAMPA del 23 us) di “figli delle 5 stelle” ma di “Figli di un Dio minore” poiché, nel passato, vi è stato più di qualcuno che per violazioni di ben altro spessore, è rimasto per lungo tempo al suo posto, mentre il neoeletto assessore all’edilizia del Comune di Parma, reo di aver costruito senza licenza, si è dimesso prontamente, senza neanche attendere la conclusione della vicenda.

Westwind


giovedì 21 giugno 2012

Wonderful World (E. Morricone)





WONDERFUL WORLD (E. Morricone)

GRAMELLINI (su La Stampa del 22/s us) ci gratifica  con Aristotile, il quale si chiedeva se fosse il caso e non le finalità ad ispirare le opere della natura”. Sia lode ad ambedue, specie a GRAMELLINI, che ha fatto resuscitare il pensiero di Aristotile in un tempo nel quale conta solo l’ideologia dell’impresa ( non le grandi, che ormai se ne fuggono all’estero ma le piccole, siano esse tavole calde o pizzerie, che sono quelle che in pratica  rimangono.). Per dissipare l’atmosfera apparentemente intellettualistica che caratterizza il post, si potrebbe concludere dando un’occhiata allo splendido brano video che lo accompagna, ci convincerà che in sostanza il chiedersi se la natura si ispiri al caso o ad altre finalità sarebbe stato definito, nel Medioevo, come un problema di lana caprina (analogo a quello sul sesso degli angeli, sul quale si dibatteva, all’epoca).

Westwind


Forza Grecia ! (Si fa per dire)




FORZA GRECIA ! (Si fa per dire)

Pregiudizio antitedesco al via ! Secondo Gramellini (su “La Stampa” del 21 u.s)  sembrerebbe sia motivato dal fatto che i tedeschi non hanno sentito “il dovere morale di promuovere un piano Marshall” per salvarci. Ma cosa abbiamo fatto noi per salvarci da tale (eventuale) umiliante salvataggio ?  Forse meno di nulla.

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mercoledì 20 giugno 2012

Di sola andata (La Città Proibita)


DI SOLA ANDATA (La città proibita)
Dopo anni di assenza era tornato a casa. In una giornata grigia, fredda, senza sole. La guerra era ormai finita. E tutti erano tornati a casa. Era alquanto pallido e sembrava sfinito. Si sedette sull’unica sedia ed appoggiò sul tavolo l’unico avambraccio scoperto dal mantello. La madre lo abbracciò e gli disse :”togliti quel brutto mantello, che ti invecchia !” “Meglio di no”, rispose lui dando un’occhiata tutt’intorno. Aggiungendo “ Poi tra poco devo uscire”. “Ma come, osservò la madre, sei appena arrivato e già devi uscire ?” “Si” disse lui. “qualcuno mi aspetta lì fuori. E non voglio farlo attendere”. La madre si avvicinò al vetro della piccola finestra e vide un’uomo che passeggiava su e giù nel giardino. “Ecco mamma” fece lui con voce sommessa, quasi scusandosi “Adesso devo andare”. Lo accompagnò fino alla porta. Abbracciandolo nuovamente. Si avvicinò di nuovo alla finestra per guardare fuori. Ma non vide più nessuno. Allora comprese che forse quello era stato l’ultimo saluto alla propria madre ed alla propria casa. Prima di un viaggio di sola andata.
L’idea del post è stata desunta dal racconto “Il Mantello” di Dino Buzzati del quale si è tentato di incrementare l’originaria atmosfera di surreale sofferenza di cui era già inizialmente intriso.  (La foto della "Città proibita a Pechino" è di Abendrot)
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Muraglie e muretti

MURAGLIE  E  MURETTI
Scandalizzarsi per il modo di esporre e non per il contenuto intrinseco dell’argomento è ciò che, a volte, caratterizza gran parte dell’etica giornalistica attuale (e non solo..giornalistica).Pertanto male ha fatto il nuovo presidente della Confindustria a definire la riforma del lavoro  apertis verbis “una boiata”. Potrebbe darsi anche che abbia ragione. Ma non è questo il modo…(secondo alcuni). Fu Paolo Villaggio a rompere, per primo, il conformismo culturale degli anni 70, facendo dire al suo Fantozzi che “la corrazzata Potemkin è una boiata pazzesca”. Ma da allora quante corrazzate Potemkin si sono susseguite nel nostro tempo… E non solo ad opera dei comici. Che da sempre hanno indicato i difetti della collettività nel suo complesso ed, essendo comici, non sono stati  mai “presi sul serio”. (Anche se qualcuno di essi sembra che recentemente ci sia riuscito.). Ed allora ? Per il presente cosa ci rimane da fare?. Nel nostro piccolo, potremmo saltare se non le muraglie cinesi almeno un muretto più basso. Ad es utilizzando, nel modo giusto, congiuntivi e condizionali.  E tentando di adottare la parola giusta al tempo giusto (e non fuori del tempo massimo). ( evitando, se possibile, il turpiloquio che non risolve nulla e non ha mai impressionato nessuno).
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domenica 17 giugno 2012

Una rosa nel cuore (Rosenkavalier - Strauss)




La rosa nel cuore (RosenKavalier- Strauss)   

L’opera ha inaugurato il maggio musicale fiorentino. Con una messa in scena, un’orchestrazione e  dei protagonisti a dir poco eccezionali. E’ sostanzialmente la parafrasi del tramonto dell’impero asburgico. Il suo sole era divenuto molto pallido. Ma era pur sempre un sole.

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sabato 16 giugno 2012

I Pilastri del Cielo

 I Pilastri del cielo (?)
Sembrava senza conseguenze pratiche lo scritto menzionato nel precedente post “Innovazione avventurosa (Medea Cherubini)” .Ma a giudicare dall’editoriale sopra indicato (con la premessa che non si comprende sia esclusivo frutto di fantasia o di qualcos’altro) si legge quanto segue: “Ho scritto uno di quei libri che ti cambiano la vita. Infatti il giorno dopo averlo presentato in televisione sono stato ricoverato in ospedale….. con forti dolori (addominali)”.  Sembra che negli stessi locali della RAITV ove è avvenuta la presentazione del libro “Il Mosè degli scontrini fiscali (sic) mi viene addosso – ed è sempre l’articolista che parla – puntandomi contro un dito ammonitore mi fa Si ricordi ! Io la tengo d’occhio !
Che strano !  E pensare che il precedente editoriale sull’IMU “Un’avventura IMUzionante”, relativa al disagio provocato dall’anzidetta tassa ad un contribuente di Asti  aveva trattato l’argomento con estrema gentilezza e grande distacco….Ignorando, forse casualmente,  che la nuova tassa costituisce nei fatti una innovazione piuttosto sensibile dei principi (anche etici) sui quali si basa l’attuale ordinamento istituzionale, situazione questa che non potrà non produrre ulteriori effetti (non solo di ordine economico) nel…prosieguo....
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Avventurosa innovazione (Medea/Cherubini)


Avventurosa  innovazione

Il tormentone del pagamento dell’IMU non ha l’intensità di quello di Medea (dell’opera lirica di Cherubini) ma, a quanto si legge sulla “Stampa” del 15/6/1012 (“Un’avventura IMUzionante”) potrebbe anche avere una qualche burocratica analogia (per molti). Compreso  un innominato contribuente di Asti e le difficoltà incontrate con la modulistica ed il pagamento dell’IMU. Ma (senza con ciò voler affrontare l’argomento della eticità o meno della nuova tassa e di come, di fatto, abbia costituito una incisiva innovazione  della struttura ideologica del quadro finanziario istituzionale del Paese) sembra evidente che chi, come l’anonimo contribuente di Asti, voglia affrontare  le problematiche dell’IMU, senza affidarsi all’assistenza di un commercialista, debba, almeno,leggersi con attenzione le istruzioni che di volta in volta sono comparse su quotidiani ed opuscoli specializzati. E per quanto riguarda i “codici” v’è in circolazione su internet una miriade di programmi gratuiti, facilmente accessibili, che consentono di evitare qualsivoglia errore. E nel caso ciò ugualmente avvenga il Fisco promette, con una sua circolare, di andarci con mano leggera, per quanto riguarda le eventuali sanzioni. Manterrà la promessa ? Chissà....

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mercoledì 13 giugno 2012

SPREAD D'AUTORE (L.Fontana, P.Mondrian)


SPREAD  D’AUTORE (L.Fontana, P. Mondrian)

Il quadro. Con la veduta dell’Isola Tiberina. Stava in esposizione. In una galleria di Via Margutta. Era una veduta che scarnificava visivamente gli edifici fatiscenti del luogo. Mura sbrecciate, corrose dall’umidità in risalita dal fiume. Con il mistero di quella testa di donna, di marmo bianco, inserita in una piccola cavità del muro, risalente, presumibilmente,alla tarda romanità. Che passava quasi inosservata. E che aveva fotografato più volte con diversi teleobiettivi. Si sentiva stranamente legato a quel luogo.. All’isola, al fiume, all’ospedale. Una parte della sua esistenza sembrava essere intimamente collegata a quei luoghi. Da sempre. Il gallerista, che era un abile persuasore, gli venne incontro, sorridendo.  Gli disse: “E’ di un’artista che dipinge sempre quel luogo. Non ha altri soggetti. Il prezzo è buono. Il quadro è di quelli che fanno sognare. Che fanno quasi tornare indietro nel tempo. E’ un quadro dell’arte contemporanea, pur raffigurando dimensioni remote. Senza tagli sulla tela. O quadrati e rettangoli colorati. Opere che sono fortemente influenzate dal mercato. E che quando vengono commercializzate da grandi manager del settore sono irraggiungibili dai più per i prezzi elevati ed in tal modo diventano sicuramente delle opere d’arte, al massimo grado”. Se ne uscì  con il quadro appena acquistato.. Non se sarebbe più separato. Guardandosi intorno aveva la sensazione di vederci meglio di prima. Mentre, dentro di se, gli sembrava che qualcuno gli ripetesse: “Ero cieco ed ora ci vedo (Giovanni )/24)…ed ora ci vedo…ci vedo…

Westwind

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venerdì 8 giugno 2012

TEMPUS FUGIT (Wim Wenders)



TEMPUS  FUGIT  (Wim Wenders)

Niente effetti speciali. Niente colpi di scena. E’ una vita apparentemente normale quella del protagonista del film (“Im Lauf der Zeit”;   “Nel corso del tempo”) che, nella zona della Germania Ovest limitrofa al confine con la Germania dell’Est, continua a fare quello che sa fare. E che ha sempre fatto. La manutenzione delle macchine da proiezione dei vecchi cinema di provincia. Una lunga zona brulla, spoglia, quasi abbandonata ove i bambini giocano come si giocava una volta. Tutto è in effetti come una volta. Non c’è nulla di nuovo. Ma tutto sembra intriso di poesia. La poesia del ricordo di quello che non c’è più ed è rimasto dentro di noi. Forse, senza neanche rendersene conto (il protagonista) sta rivivendo il  suo passato. Dove tutto sembra e sembrava normale. Ma così, in effetti, non è e non era.“ Ma questa è anche la nostra vita. Permeata nel nostro presente. Che forse non è tale…. Poiché “Tempus fugit”. (irrimediabilmente).

Westwind

Gli occhi di Sara (Wim Wenders)



GLI   OCCHI   DI   SARA  (Wim Wenders)

(Sara Errani) non sono (secondo Gramellini su La Stampa dell’8/6/2012) “occhi di tigre serrati a fessura in una smorfia di risolutezza e neanche occhi da Valchiria, dilatati da una tensione”.. Però, secondo WW, sono occhi che guardano ma non vedono (è questo un eufemismo che non si riferisce, ovviamente, a Sara). Poiché quando tutto crolla attorno a noi, magari è un bene rifugiarsi nello sport, magari anche in quello del gioco calcio che offre una parametrazione, non solo cultural-sportiva, della vita reale. E consente di non parlare di quello che accade ad una intera generazione che sta sprofondando negli abissi della droga. E consente di non parlare delle privatizzazioni che, in pratica, sono creative di monopoli di fatto e di autority destinate  a ben pensanti del coro. E consente di non parlare delle strutture che non riescono ad autolimitarsi nelle pretese verso l’intera collettività.  Si sa, la stampa ha le sue regole (non scritte). Ed, in mancanza d’altro, è bene parlare di sport. (ma in tal modo si è “così vicini  e così lontani” da ciò che pensa realmente la gente comune).
Il brano video musicale è tratto dal film “Così vicino così lontano” del grande regista Wim Wenders e costituisce la prosecuzione del precedente film“Il cielo sopra Berlino”. La vicenda è quella di un angelo che scende sulla terra per aiutare gli uomini. Ma in tal modo perde le sue caratteristiche e privilegi angelici. Ma secondo Lucio DALLA avrebbe dovuto,  prima di scendere sulla terra,  risolvere qualche problemino, rimasto qui da noi ancora in sospeso.

Westwind

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mercoledì 6 giugno 2012

COSE DEI NOSTRI GIORNI


COSE  DEI  NOSTRI  GIORNI

L’Articolista si era “ appisolato “davanti la TV. Durante l’intervista del Direttore del TG al Segretario di Stato Vaticano. Ed aveva, in sogno, rivisto l’analoga intervista che, da bambino, aveva seguito alla TV, allora in bianco e nero. Notando che nulla era cambiato da allora tranne il colore. Gli stessi visi compunti. Le sembianze del Direttore del TG protese nell’” annuire in sincrono con l’intero suo corpo” e “volte a favorire le risposte”. Le domande fin troppo “felpate  sembravano fuoriuscire dal Direttore del TG che appariva pervaso da una quasi trascendentale beatitudine.  Risvegliatosi l’Articolista (cfr l’articolo in prima pagina de “La Stampa” del 5/6/2012) aveva notato, tra sè e sè, che , a parte il colore, nulla era televisivamente cambiato per ciò che concerne la “sudditanza del TG1 al Vaticano Ma, evidentemente, non occorreva appisolarsi per constatarlo. E forse, non se ne sarebbe neanche accorto se, allora come oggi, avesse cambiato canale. Ma forse il telecomando non gli funzionava. (Ovviamente quello del televisore. Che è l’unico che, a volte, non funziona).  Torniamo a noi. Cioè alla visita del Ministro Elsa Fornero all’Ufficio di collocamento della Sua città. Ove aveva steso la Sua mano, con un gesto di simpatica ed istituzionale fraternità, ad un giovane disoccupato di 20 anni, da qualche tempo in attesa.  Quest’ultimo (scrive l’Articolista, su “ La Stampa “ del 6/6/2012) aveva “eroicamente resistito al richiamo della buona educazione che gli suggeriva di alzarsi in piedi”. Si era diplomato presso l’Istituto alberghiero ed avendogli fatto notare, la Fornero, che solitamente nel settore vi sono buone possibilità di occupazione, Le avrebbe risposto “Ma a me non piace lavorare la sera, mentre gli altri escono”. (Infatti, da sempre, alberghi e ristoranti hanno la pessima abitudine di servire la cena all’ora di cena). Di quì il giornalisticamente risentimento dell’Articolista. Secondo il quale questi giovani farebbero “pena”. Ed esprimendo altresì  l’auspicio che la vita tolga in fretta  al giovane alberghiero” la seggiola da sotto il sedere. Una bella culata sul pavimento potrebbe ancora avere effetti miracolosi sul suo carattere”. Ma nessuno dei due (Ministro ed Articolista) si è accorto che la risposta del giovane disoccupato era pervasa, nella sua apparente assurdità, da un senso di tragica, sofferta ironia. Poiché se si trovava in attesa presso l’Ufficio di collocamento, risultava evidente che ciò avveniva perché un’occupazione non l’aveva trovata e la stava cercando. Ed anziché rispondere ad una domanda che richiedeva, implicitamente, una risposta ovvia, aveva preferito utilizzare una risposta, che in quanto paradossale, non poteva che essere, evidentemente e quasi elegantemente, ironica. Ma nessuno dei due se ne era accorto. E questo è tutto (per oggi).

Westwind

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domenica 3 giugno 2012

E' tempo di crisi.. (G.F.Handel ed J.A.Hasse)



E’ Tempo di Crisi

E quindi “lascia che io pianga” assieme a G.F. Handel. Trattasi, è vero, solo di un pianto. Ma…c’è pianto e pianto… e quello con Sarah Brightman…è un’altra cosa.

Aggiungerei  un brano di testo (alquanto didascalico) dall’Artaserse di Johann Adolf Hasse:


Nascer grande è caso e non virtù
che se ragione regolasse i natali
e desse i regni solo a colui
ch’è di regnar capace
forse Arbace era Serse
e Serse Arbace…(chissà)



Westwind 

sabato 2 giugno 2012

Parata solidale


PARATA    SOLIDALE
Nel novembre1799, allorchè, dopo il colpo di stato, NAPOLEONE, ebbe ad autonominarsi 1° console,  per festeggiare l’avvenimento venne organizzata una grandiosa parata militare (cfr. foto). Sulla quale, come narrano le cronache, sembra che nessuno abbia trovato alcunché da ridire.

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