Il sapere molte cose non insegna ad avere intelletto(Eraclito di Efeso
535/475 A.C.)
Aristotele riteneva che
le pietre cadessero verso il basso per raggiungere la loro sede naturale, il centro della terra. Avvicinandosi
al suolo aumentavano di velocità perché erano liete di tornare alla loro
dimora. Tale considerazione venne ritenuta valida e rimase incontrastata per quasi 2.000 anni. Finchè
Galileo rivelò che tale teoria era infondata. Per questo venne accusato di
eresia. Venne ufficialmente assolto nell’ottobre del 1992, ad opera di Giovanni
Paolo II. Dando così modo ai giornali di tutto il mondo di festeggiare l’evento.
“E’ ufficiale – commentò il Los
Angeles Times – la terra gira intorno al
sole anche per il Vaticano !”. La riabilitazione non intervenne in tempi
rapidi. E non si adeguò pertanto a quanto auspicava, per un altro ben più
banale problema, quel personaggio medioevale del film“Ciò che
avreste voluto sapere sul sesso e non avete osato chiedere”, intepretato da
Woody Allen, che disse: “ “Devo pensare
in fretta a qualcosa prima che arrivi il Rinascimento e finiamo tutti dipinti
in un quadro”. Fu, in seguito, Newton ad intuire la fondamentale esistenza
della forza di gravità, che vincola i pianeti alle loro ellissi. Qualcuno ebbe
modo di ricordare la frase che Newton ripeteva spesso : “Se ho visto più lontano è perché stavo sulle spalle di giganti”. E
qualcun altro, il poeta inglese A. Pope,
ebbe poeticamente a dire: “Natureand Nature’s lawslay hid in
night. God said Newton be ! And all was light.”(La natura e le leggi di natura giacevano
nascoste dalla notte. Finchè Dio disse: Sia Newton ! E tutto fu luce).
Paradiso perduto Secondo Gramellini
(sulla 1° pagina della “Stampa” del
30/1/12) questi sarebbero i commenti dei frequentatori di Internet sui blitz
della Guardia di Finanza a Milano:
“…perché non si spingono al Sud a fare qualche controllo ?....Il problema sono
i dentisti. Quello è il vero scandalo…La verità è che queste operazioni sono
sacrosante, ma troppo spettacolari. Servono solo a gettare fumo negli occhi per
far dimenticare alla gente che i politici non si sono ancora ridotti lo
stipendio !...I primi a non pagare le tasse sono proprio loro, i politici…I
politici ed i dentisti, ve lo dico io.”
Anche CONFUCIO interloquì :”
Governare con la virtù può essere paragonato alla Stella Polare. Che sta al suo
posto mentre tutte le altre stelle le fanno corona”. “Quelli di Qi mandarono in dono al duca di Lu alcune graziose musiciste. Costui le
accettò, senza tenere udienza per tre giorni. Allora CONFUCIO abbandonò la corte”. “Non è facile trovare uno che studi
per tre anni senza pensare di guadagnare uno stipendio”. “Di uno che non dubita
mai sul da farsi, io non so che farmene”.
Anche J. KEROUAC (in Mexico City
Blues,, strofa 226°,) volle dire la sua:
“ Non c’è
strada da smarrire se ci fosse una strada (vera)……chi è che segue il vero sole
?...Dato che nessuno è quello vero, non c’è un’unica strada vera…”.
Basta con queste scimmie! Adesso basta con questa storia delle scimmie
! Lo stesso Darwin, a suo tempo, ha riconosciutoche quella della derivazione dell’uomo dalle
scimmie è solo un’ipotesi. Una teoria non suffragata da prove sperimentali (
anche poiché sarebbe stato impossibile realizzarle.)E dunque non
si tratta di una verità….catechistica. Che è stata ritenuta tale solo molto
tempo dopo la morte dello stesso Darwin. Ma che attualmente va per la maggiore.
Come per gli spreads. Ci si crede (e
c’è chi ha interesse a che ci si creda). (Come è noto , i mezzi di
informazione….indipendente non
mancano). Ed adesso abbandoniamo il
campo specifico dello spread che è attualmente al centrodi numerose critiche.Se non lo abbandonassimo, dovremmo aggiungere
che in Europa ha avuto termine, ingloriosamente, lo spirito europeo. E che
stannorisorgendo i nazionalismi che questa volta si combattono
reciprocamente con le operazioni finanziarie assecondate dagli spreads, al fine di far acquisire ad
alcuni consociatiuna supremazia…che
non gli spetta . Dunque, adesso basta
con questa storiadelle scimmie ! E della loro evoluzione !Poiché non è detto che abbiano commesso così tante bestialità
come quelle dell’uomo.
SINCRONICITA’ (Intellettuali misfatti) Due eventi. Che avvengono,a volte in contemporaneità. A volte anche dopo
cento anni. (1912/2012). Non collegabili,( se si applica, nella riflessione, il
rapporto di causa ed effetto). L’uno
all’altro. Ma sembrano quasi in simbiosi. Una simbiosi criptata, per quanto
riguarda il secondo evento. Simbolica. Come se qualcuno bussasse
alla porta della nostra consapevolezza. Forse
vorrebbe dirci qualcosa. Lasciarci un messaggio. Ma non può farlo apertis verbis. E deve utilizzare la
chiave simbolica. Messaggio che sta alla nostra intelligenza interpretare. Alla
nostra sensibilità intellettuale. E che
sta alla nostra capacità di non ignorare, a volte, il trascendentale. Che
potrebbe avere un senso. Un significato. Come
avviene per i miti. Che non sono semplicemente favole del passato. Ma
qualcosa di più. Di molto di più, per chi ne ha la capacità e l’occasione di
comprenderlo. SINCRONICITA’ è,
secondo Jung, la denominazione di questi due eventi tra di loro collegati, ma non in un rapporto
meccanicistico di causa ed effetto. (E’ come quando ci viene in mente una persona. Che non frequentiamo da
anni. E questa improvvisamente ci telefona). C’è un mio amico che pratica il
nuoto subacqueo. Sarebbe meglio dire “che
praticava il nuoto subacqueo”. Si è accorto, (ed anzi sembra che di ciò ne
siano consapevoli molti altri che praticano questo stesso sport) che dopo
undici immersioni aventi caratteristiche o tipologia di luoghi od accadimenti,
l’una diversa dall’altra, all’undicesima immersione (nella quale si rileva la
presenza di tutte,proprio tutte assieme
le precedenti tipologie della precedenti immersioni) avviene l’evento ….conclusivo (senza ritorno). Da allora il mio
amico ha cessato di immergersi. Io personalmente sono sopravvissuto. Ma non
alle immersioni subacquee, che non ho mai praticato, (poiché mi sembrano al di
fuori della dimensione naturale) ma….a tutto il resto. E non è poco). A questo
punto non vorrei apparire un visionario. Anche se in questo caso sarei in buona
compagnia (Jung ed Hegel).
Due navi. Tecnicamente inaffondabili. Uno
stesso destino. A cento anni di distanza (1912/2012). Con le stesse modalità. O
quasi. Ambedue lacerate per un urto. La prima con un’iceberg. La seconda con
uno scoglio semiaffiorante. Le cause del secondo naufragio. Sono tante (forse)
da quanto appreso dai giornali. Molte sarebbero collegate all’iter operativo
della navigazione. Molte altre a semplici casualità. Ad avviso di WW, si è evidentemente
trascurato (la precisazione si riferisce alla navigazione a vela, ma…non solo)
che a volte si sta seguendo una rotta che può portare ad una navigazionesotto costa. Ricchissima di imprevisti.Ai quali non è possibile porre rimedio. Poiché
manca il tempo per correre ai ripari. E (ad es. un colpo di vento improvviso da
una direzione imprevedibile) che possono
portare alla deriva…al naufragio. Che potrebbe essere non solo un naufragio
marittimo ma anche di altro tipo.
Come le cause che caratterizzano l’attuale crisi europea….e non solo. La nave è
rimasta parzialmente in secca. Forse perchè non si ignori, troppo presto dopo l’evento, il
messaggio subliminale immanente nell’evento (il secondo). Potrebbe anche non
essere così. Ma di ciò non v’è, umanamente, certezza. Probabilmente (o forse
no) la storia dell’umanità (e gli eventi che ne fanno parte) ha un senso. Un
fine (come sostiene Hegel). Forse alle volte riceviamo un segnale.
Dall’inconscio collettivo, come sostiene Freud e cioè da quel magazzino di
fatti ed esperienze al quale tutti noi siamo tributari e dovremmo attingere
ogni volta che ciò è necessario. Forse
sono solo vaneggiamenti, i miei. Ma non incolpatemi. E’ tutta colpa di Jung, di
Freud e, ( perché no ?) forse anche di Hegel, autore di ben altri, intellettuali…..misfatti.
Westwind
CHISSA’ (Quien Sabe ?) Sembra che Gramellini (sulla prima pagina de “La Stampa” del 27/1/2012) si sia sensibilizzato per aver notato che
nel programma di “Porta a Porta” di B.Vespa il plastico della nave gemella della nave Concordia Costa (Cioè della
Concordia Serena) abbia potuto determinare il convincimento, da parte
di un disinformato telespettatore, che si tratti della Concordia Costa. Condividiamo la censura . Come non è accettabile
che il parroco di Besana Brianza
abbia, nella Sua omelia, anticipato ai fedeli che sarebbe andato in ritiro
spirituale, anziché, come in effetti avvenuto, in crociera sulla Concordia
Costa. Chissà se il naufragio sarebbe
ugualmente avvenuto se nel programma di Bruno Vespa fosse stato utilizzato il plastico giusto e se il parroco di
Besana Brianza si fosse effettivamente ritirato “spiritualmente” come anticipato ai suoi fedeli. Chissà .(Non lo
sapremo mai).
Scacciata
da casa. Dal coniuge. Per aver letto una lettera di un ammiratore.
Disonorata.Il padre ne muore per l’umiliazione subita. Trasferitasi in altra
città, non trova lavoro – come insegnante – presso un collegio femminile.
Poiché la “pubblica opinione” non lo
consente. Incontrato l’ammiratore, autore della lettera, ne viene sedotta (ed
abbandonata). Successivamente, e non più senza colpa (secondo l’opinione
dell’epoca),si ricongiunge al consorte,
con il quale di lì in seguito (con)vivrà.
C’è, nella vicenda, una qualche analogia con il “Molto rumoreper nulla” di
W. Shakespeare. Anch’esso si conclude con un “lieto fine”. Ma è un lieto
fine vero.Non come quello del”L’esclusa”. Nel quale, in ogni
situazione,(quasi) nulla è come appare.
Infatti non vi è e non vi è mai stato “vero”
amore tra i coniugi. Non v’è “vera”
colpa. V’è solo un evidente antifemminismo, verso il quale sembra orientata la
“pubblica opinione” Grava sulla
condizione esistenziale della donna, quasi
fosse la portatrice di un peccato originale sin dalla nascita, per il solo fatto
di essere donna. E che la segue sempre. Ed ovunque. Non v’è neanche (a
differenza del “Molto rumore per nulla”)
un “vero” lieto fine.Anche se sembra in apparenza che lo sia. Ed
anche in ciò ( oltre che nell’intera vicenda) si intravede il miglior Pirandello.
Quello teatrale. Quello del “nulla è come appare”. E non è il reciproco amore che fa riunire i due coniugi ma (forse)
qualcos’altro. Lo suggerisce la parte finale del romanzo:“Vincendo
il ribrezzo che il corpo della moglie pur tanto desiderato gl’incuteva, egli se
la strinse forte al petto di nuovo…”.
Nessun uomo ha mai
scorto l’esatta verità, né ci sarà mai
chi sappia veramente quel che io dico intorno agli dei ed a tutte le cose
chè di tutto v’è solo opinione…solo
opinione Senofane( frammento
34), (571/475 A.C)
NATALE
Un Dio nasce. Altri muoiono. La Verità
Né è arrivata. Né se n’è andata: l’Errore è cambiato.
Adesso abbiamo un’altra Eternità.
Ma il passato era sempre migliore.
Cieca, la Scienza coltiva inutile gleba.
Pazza la Fede vive il sogno del suo culto.
Un nuovo Dio è solo una parola.
Non cercare né credere: tutto è occulto. Fernando Pessoa (1888/1935)
Stupisce non poco che un filosofo ed un poeta, nel corso degli anni (due
millenni), si siano trovati così d’accordo.
Al piacere segue
il dolore, e poi il piacere.
A volte beviamo vino perché è festa
Altre volte beviamo perché si soffre
Ma dell’uno e dell’altro nulla resta. (
Da “Rubaiyat” di F. Pessoa)
Questa
volta ha superato se stesso (GRAMELLINI,
sulla “STAMPA” del 17/1/012). Ecco
un brano del Suo editoriale. (Riassumerlo non è possibile. Gli farebbe perdere
incisività): “C’erano voluti due mesi
per ritornare all’onor del mondo. Due mesi di loden e manovre, di noia e
ricevute fiscali…..Due mesi per far dimenticare il peggio di noi: la
faciloneria, la presunzione , la fuga dalle responsabilità. Ed invece, con un
solo colpo di timone il comandante SCHETTINO ha mandato a picco, assieme alla
sua nave, l’immagine internazionale che l’Italia si stava ricostruendo a
fatica. Siamo di nuovo lo zimbello degli altri,il luogo comune servito caldo
nei telegiornali americani, il pretesto tra due politici francesi (francesi !),
uno
dei quali ieri accusava l’altro di essere come quei comandanti che sfiorano
troppo la costa e mandano la loro barca contro gli scogli”. Ci vuole un
bel po’ di onestà intellettuale e di coraggio civile per scrivere queste cose ,
considerando anche quella che è la (seguente) conclusione dell’editoriale. : “Mi guardo attorno , e un po’ anche allo
specchio, e ogni tanto lo vedo. Parafrasando Giorgio Gaber, non mi preoccupa lo
SCHETTINO in sé, mi preoccupa lo SCHETTINO in me”.Ovviamente, sono esclusi i presenti- aggiungo io. ESCLUSI I PRESENTI.
Al
teatro Argentina di Roma è di scena il “Tutto
per bene” di Pirandello.Nei cui confronti la critica non è stata generosa. WW non entra
nel merito della vicenda e delle sue particolarità, che sono variegate e
molteplici. E, per ciò che riguarda le opere di Pirandello, ritiene che la
regia non dovrebbe eccedere in trovate spettacolari (come tuoni, lampi, rumori
vari…) come avvenuto nell’attuale messa in scena. Infatti a ciò ha già
provveduto con condivisibile adeguatezza
lo stesso Pirandello, descrivendoci una realtà accompagnata, come sottofondo, da una
rilettura ben diversa e contrastante con quella immediatamente udibile e
visibile sulla scena. Le repliche, comunque, proseguiranno.
Vivre pour vivre (L’inconsapevole
crepuscolo dell’essere)(NIETZSCHE)
Diciamolo
subito (per non rendercelo anticipatamente antipatico) Nietzsche non era nazista e non poteva neanche esserlo per una
banalissima ragione. Che Hitler nasce
nel 1889, quando Nietzsche
impazzisce. Conseguentemente non poteva essere il creatore delle teorie che il nazismo ha elaborato
in seguito, distorcendo e manipolando quelle dello stesso Nietzsche. Che sostanzialmente consistono in un rimaneggiamento
dell’essere (come era stato inteso
ed interpretato dai precedenti filosofi), e ciò assumendo il principio base che
la vita di per sè è tutto ciò che veramente abbiamo. Null’altro c’è. Non vi
sono finalità di vita (che non siano quelle collegate alla semplice fisicità dell’esistenza). Non c’è altro
che la vita stessa, che continuativamente si ripercorre, nel suo precedente
svolgimento, in un cerchio ininterrotto e ripetitivo che è un’eterno ritorno di ciò che è già stato. (Non sembra questa la nostra attuale vita quotidiana?).
…E’ pertanto un nichilismo completo. Inoltre, secondo Nietzsche, nell’umanità nel suo complesso non v’è alcuna valenza dei
singoli che la compongono. E che fanno parte di una generalità indistinta e
massificata, partecipi tutti di una o più collettività ciascuna delle quali è
complementare e compartecipe dell’altra. Il “superuomo” è colui che riesce a superare se stesso, distaccandosi
dalla propria originaria condizione di singolo indistinto rispetto alla
collettività e distinguendosene per una sua qualche qualità fuori dal comune. Così parlò Zaratustra….(ed anche
qualcun altro dopo di lui).
Tornando
da scuola con il padre (che era insegnante presso lo stesso liceo-ginnasio)
erano soliti passare avanti la panetteriaFundahl. Dalla quale si
diffondeva sulla strada il buon profumo del pane appena sfornato.
(Si era in tempo di guerra e di razionamento; tempo di fame). “Perché non
ci facciamo dare una pagnotta ?” Propose il figlio. Il padre gli rispose che
non era il caso. Perché era insegnante nella stessa classe frequentata dal
figlio di Fundahl.
Ma la volta successiva, passando davanti alla panetteria, si fermò. Dopo
qualche momento di esitazione, suonò il campanello. Gli aprì Fundahl in persona, al quale chiese di
voler acquistare del pane. Costui, senza parlare, gli diede una grossa
pagnotta, non incartata, e chiuse subito la porta. Successivamente si ripetè la
stessa scena. Finchè, dopo qualche giorno e senza dargli il pane, lo stesso Fundahl
gli disse, con sguardo severo: “Io il
pane lo vendo al mercato. Nell’orario di
mercato”. Richiudendo subito la porta.
Al ragazzo che lo guardava con aria interrogativa, il padre spiegò, conservando
sempre la sua consueta espressione serena e dignitosa,: “Oggi ho dovuto dare un 5 a suo figlio”.
(E’
una vicenda tratta dal romanzo “Das Brot der fruhen Jahre” di Heinrich Boll.)
Westwind
sabato 14 gennaio 2012
L’ETICITA’ (da sola) NON BASTA
Forse
provvederà a mandare in Paradiso (prima del tempo). Ma non risolverà il
problema occupazionale.
Da una collettività che assorbe, secondo una ottimistica previsione…(al ribasso),
più del 55% dei redditi individuali, ci sarebbe da attendersi qualcosa di più.
Perché non si ricopia, dall’A alla Z, il modello danese ove la disoccupazione
rasenta il 2% (cioè la metà della media UE), ove i corsi di formazione sono
veri corsi di formazione. Ove i senza lavoro vengono adeguatamente sussidiati
(con almeno il 70% dell’ultima retribuzione, in media) Ove l’infelicità non
deriva dall’essere senza reddito.Ed in
Paradiso (per chi ci crede) si va quando sarebbe lecito andarci. Ma non prima. Non prima…
Stupisce
non poco che Heidegger, attento
osservatore delle strategie filosofiche dell’essere, abbia a suo tempo aderito al nazismo ( distaccandosene…fuori tempo massimo) senza rendersi anticipatamente
conto che avrebbe portato alla …soluzione
finale. Comunque sull’essere, che Heidegger ha associato alla
oggettività della presenza (e
Derrera, dopo di lui, al divenire)
molto è stato detto anche da Parmenide oltre che da molti altri. Quest’ultimo,
con un gioco di parole, avrebbe quasi…colpito nel segno definendolo (con una
definizione che non definisce nulla) che l’essere
è ciò che è e non ciò che non è. Molti altri ci hanno messo le mani (sull’essere) ma tutti hanno ignorato che il
vero problema è quello della capacità di percezione e della socialità dell’essere. Poichè, trattandosi di un quid che
riguarda l’individuo è a quest’ultimo ed alla collettivià in cui questo vive
che occorre riferirsi. E non a qualcosa che sembra astrattamente sospeso nei cieli. E se all’individuo, cioè se al singolo, occorre
tener conto, non ci si può esclusivamente riferire solo alla sua fisicità ma occorre anche considerare
la sua capacità di percezione (e quindi di autonoma e personale valutazione) di
ciò che accade fuori di lui e cioè del suo modo di confrontarsi con la realtà circostante e con i messaggi che
dall’esterno egli riceve. Ivi compresi i messaggi subliminali che, senza che lui
stesso ne sia consapevole, lo costringono a fare ciò che non farebbe se ne avesse
una reale, autonoma consapevolezza.
Vi si recava spesso. A
Torre del Lago. Da qualche tempo quel luogo lo attirava. Come tutto ciò
cheriguardava la passata esistenza del
Grande Artista. E dei luoghi ove aveva vissuto. Ed aveva amato e sofferto.. A
volte si recava con la sua auto nei pressi di un canneto nei pressi del lago. Anche
quel giorno, come in tanti altri, arrestò l’auto in quel luogo e rimase a
guardare il canneto, il lago. Non si sentiva troppo bene. Aveva una strana
dolenzia al braccio sinistro, che diventava sempre più forte. Gli sembrò di vedere la stessa scena che già
altre volte gli sembrava di aver visto. Gli sembrò di risentirne la melodia. Le
parole di Rodolfo…”Che gelida manina /
se la lasci riscaldare…” In effetti,
anche lui vicino al canneto, cominciava a sentire freddo. Ma c’era la
musicalità del brano che gli impediva di andarsene. Adesso Mimìera distesa nel suo giaciglio. E Rodolfo le stava
accanto. Egli si sentiva partecipe della scena pur non prendendovi parte. E la
musica del brano sembrava amichevolmente accompagnarlo. In un itinerario che
fino ad allora non aveva mai percorso. La luce stava gradualmente scemando…
anche sulla scena. Forse il sipario era stato calato. Buio completo. Poi vide una
fortissima luce. Che non consentiva di vedere più nulla.Poi buio completo. (Forse)era
già scesa la notte.(Der Tanzist aus). Lo spettacolo era
terminato.
Westwind
mercoledì 11 gennaio 2012
FINALMENTE! (Un italiano
vero)
Da una indiscrezione
giornalistica dell’ultima ora ( cfr. La STAMPA dell’11/1/2012) si apprende che
DRAGHI sarebbe stato sorpreso alla guida di un minuscolo veicolo , utilitario,
senza scorta e cintura di sicurezza, mentre utilizzava un cellulare con
modalità non consentite.
A Sua volta il Premier avrebbe effettuato ,assieme alla famiglia, con acquisti
alimentari da Lui stesso personalmente effettuati e cucinati dalla Consorte, il cenone di capodanno a Palazzo Chigi..
(Se tutto ciò è vero)
era ora !. Finalmente (il Premier e Draghi) avrebbero riconquistato quel fair play di vita, senza
complessi, che appartiene all’uomo della strada. Cioèa tutti noi, se lo vogliamo. (telefonino e
cintura di sicurezza…a parte). Vista la situazione (ed indipendentemente da
questa) un poco di semplicità non guasta.
Il passato è già
iniziato…?
Scherza con i fanti…
De minimis… Iniziano le prese di distanza:
Ironia sì…sobrietà sì…però ciò può far breccia solo su una elite…
La legge elettorale “ nella normalità della vita politica” spetterebbe ai
partiti…
La ricchezza è un valore….(se è tutta “pace e bene”)… La RAI è “una forza nel panorama culturale e politico italiano….(ma
davvero ?)
Liberalizzazioni…Via in 10 giorni… (ovvero la realtà romanzesca).
“L’uomo torna in sartoria” (meno male ! Speriamo solo che non sia reso
obbligatorio il doppio petto !).
Le previsioni di Marchionne erano sbagliate. La Fiat/Chrysler non potrà vendere
negli Usa 50.000 fiat 500 nel 2012 ma ne
venderà solo 30.000. Parola di Marchionne…Le famiglie numerose dovranno aspettare ancora (Speriamo che non si sia sbagliato
anche questa volta…)
Speriamo che me la cavo…(Chissà. Tutto può essere).
(Le frasi mozze sono state desunte da riflessioni contenute in editoriali di alcuni
quotidiani e che sarebbero rappresentative degli umori della collettività
nazionale).
In effetti uno dei
principi che sembrano regolare la nostra attuale esistenza è (oltre al principio di indeterminazione) il principio di contraddizione. (Ciò in
attesa che, nel nostro prosieguo, si chiarisca eventualmente che tratterebbesi
di una contraddizione inesistente. Che sussiste esclusivamente poiché ci è
stato attribuito, nella nostra esistenza terrena, solo la capacità di vedere
poco….molto poco. Escludendo in questo “poco”
le ragioni effettive e la struttura di ciò che scorgiamo). DERRIDA fa, per così dire, a mani basse, costante applicazione del
suddetto principio (di contraddizione).
Per Lui “si è veri filosofi solo non essendolo”. (E, secondo WW, ci riesce benissimo). “Si è filosofi….solo facendo i distruttori
della filosofia”. A tale teoria è stata attribuita la denominazione di “decostruzione”. (dei concetti, delle
teorie filosofiche e non solo). La tecnica è questa: si prendono due o tre
parole, e ci si realizza un gioco nel quale si fa ricorso al sofisma. Per
evidenziare che ciò che tali parole rappresentano è del tutto inesistente o
completamente diverso da ciò che vorrebbero indicare. E così le dicotomie natura/spirito, corpo/anima, essere
/divenire si trasformano in qualcosa di diverso o di inesistente. In
conseguenza della loro dialettica e reciproca contraddittoria ma irrinunciabile
interdipendenza.Che non le fa veramente antitetiche, poiché
l’una non potrebbe concepirsi se non esistesse l’altra. Infatti lo stesso “essere” (al presente) non potrebbe
concepirsise non ci fosse, in sua
contrapposizione e delimitazione, anche il “divenire”. Ma in tal caso l’essere non esisterebbe, in quanto
conterrebbe in sè (in un rapporto di inevitabile interdipendenza)anche il “divenire”. E la stessa sorte
toccherebbe anche a quest’utimo. Nichilismo
assoluto. In tal modo anche la nostra stessa esistenza risulterebbe
annullata. Infatti, come sostiene Derrida,
la nostra vita è un continuo misurarci con l’idea della nostra fine. E quindi
nel nostro essere in vita è già presente una forma di mortalità. Prima ancora
che quest’ultima intervenga. Conseguentemente se la nostra mortalità fa parte
della nostra vita e se con essa ci misuriamo costantemente ciò significa che vivere e filosofare è, in sostanza,
un’imparare a morire. Che costituisce premessa fondamentale per imparare a
vivere. Questa teoria (e tutte le
precedenti) fanno venire alla mente il sofisma di Achille e la freccia, con il quale Zenone ritenne di dimostrare
l’inesistenza del movimento. E dai “Promessi
Sposi” interviene anche Don Ferrante,
(reclamando, in ordine a ciò, una specie di primogenitura) poichè, nonostante
avesse dimostrato l’inesistenza della peste, ne venne ugualmente colpito. A
questo punto potrebbe farsi entrare in scena PIRANDELLO con la sua battuta finale del “Così è ( se vi pare)” : “Ed
ecco, Signori, così parla la verità” (volge attorno uno sguardo di sfida
derisoria) “Siete contenti ?”
(scoppia a ridere) “Ah !, ah !, ah !...”
L’immagine che
accompagna il post potrebbe anche significare che…..non è tutta luce quella che brilla… (in effetti vi si intravedono
molte zone d’ombra…piuttosto scure).
Nel 1975 (si era nell’estate)
Richard Nixon annunciò la cessazione della convertibilità del dollaro in oro. Ormai
era lo stesso dollaro che doveva considerarsi oro. E che diventava la base
garantistica di se stesso. Come disse lo stesso Nixon :” L’oro ce l’avrete nelle vostre tasche !”. Cioè la carta moneta non
era più rappresentativa di una ricchezza reale, ma solo della fiducia collettiva
che fosse la parametrazionedi tale
ricchezza,(vera o presunta) frutto del lavoro e dei sacrifici della gente. (Non venne mai rivelata l'inconfessabile ragione di tale innovazione). Ovviamente tale
riforma non poteva che consentire giochi d’artificio finanziariamente creativi.
Determinando quell’oscuro orizzonte che attualmente ci attende (non abbiamo altra scelta). Comunque
era (quasi) bello….quando si adorava il vitello d’oro (e non esisteva lo
spread) ! (Ovviamente, non prendetemi sul serio…). L’immagine è l’adorazione
del vitello d’orodi N. Poussin.
Si è fatto strada a
colpi di filosofiche gomitate. Facendo –teoricamente – piazza pulita di tutte
le precedenti filosofie ( da Socrate in poi, non escludendo neanche Heidegger,
Husserl, Marx, Freud e tanti altri) mediante una enorme molteplicità di
pubblicazioni, il cui tenore è, molto spesso, di difficilissima o impossibile
interpretazione. Evitando la sintesi, quando sarebbe stata opportuna, e
largheggiando in prolissità, quando non sarebbe stata necessaria. Il risultato
incontestabile è quello di far aumentare ancora di più la confusione. Ma pochi,
nel campo filosofico ufficiale,hanno
evidenziato quanto sopra “apertis verbis”.
Ciò secondo la prassi vigente da tempo
immemorabile nell’ambito dei cattedratici. Senza voler minimamente tentare
delle comparazioni (che risulterebbero fuori luogo e contestabilissime) è il
caso di ricordare che anche EINSTEIN, per quanto riguarda la teoria della
relatività, subì un analogo tentativo di mordacchia. E fu solo se era un
modesto impiegato all’Ufficio Brevetti di Berna (dunque non un cattedratico) se
la sua teoria della relatività ebbe a vedere la luce. Ma non fu per questa teoria che non pochi anni dopo gli venne
assegnato il premio Nobel ma per un’altra teoria, di marginale rilievo. Si
potrebbe anche ipotizzare, non senza una punta di malizia, che DERRIDA potrebbe
essere considerato come uno dei non rari prodotti “culturali” di quella che è stata definita ”industria culturale” ispirata al principio che l’importante nel
campo editoriale è lo stampare e diffondere, il resto….verrà da se. E’ un principio coerente con quello (male
interpretato e distorto) di Keines. Secondo il quale l’importante è creare
l’offerta (cioè produrre) anche se non c’è domanda. (Quest’ultima in seguito,
inevitabilmente, verrà). Principio questo che ha portato l’Occidente
all’attuale situazione di crisi e dal quale sembra che tutti prendano le
distanze, anche se, in via di fatto, tutto continua come prima (e forse
peggio….).(SEGUE in altro post)
Westwind
venerdì 6 gennaio 2012
IRONICHE SERIETA’
Se l’articolo di fondo
di GRAMELLINI (sulla “STAMPA” del 6/1/12) fosse stato un
brano musicale, WW avrebbe detto che
era “un balsamo per le sue orecchie”.
Dato che brano musicale non è, deve
limitarsi ad osservare che il predetto testo è tutto giocato sul filo di lama
dell’ironia. Asettica, garbata, senza malanimo (cioè non maleodorante). La vicenda, se si può definire tale,
riguarda la battuta di CALDEROLI che
(per modo di dire) accusava il Premier
di aver consumato il cotechino di S. Silvestro a palazzo Chigi, assieme alla
famiglia. Abilitando pertanto il Premier
a replicare prendendo “elegantemente per
i fondelli il persecutore” e specificando la lista dei negozi ove, in
relazione al pasto di S. Silvestro, la moglie aveva fatto la spesa. Ritiene GRAMELLINI che questa volta la “mira” del persecutore sia stata “scentrata”. In quantotutto si potrà dire
sul Premier, compresa l’asserzione
(è sempre il pensiero di GRAMELLINI questo) “che appartiene alla setta di banchieri e vampiri ammesso che sia ancora
possibile cogliere la differenza” tranne
che recriminare sulla Sua sobrietà, che è del tutto fuori discussione. WW ha sempre avuto problemi con l’ironia.
Che pochi apprezzano ed approvano. Ma che, secondo WW, è una forma evoluta di espressione, propria di una società
civile. Ciò quando è leggera e non è caratterizzata dal malanimo. C’è però c’è
chi non la comprende affatto. Come accaduto a WW (nel ginnasio/liceo Visconti a piazza del Collegio Romano) ove a
suo tempo ha dovuto pagare, per così dire, il pegno. Con il professore di
educazione fisica, fascista dalla testa ai piedi. Costui si rammaricava perché nell’atteggiamento
di WW riteneva di scorgere una
qualche ironia. E, non potendo fare altro, lo rinviò ad ottobre in educazione
fisica. (Ovviamente ad ottobre, con altro insegnante, l’esame venne superato….WW non
ricorda se….a pieni voti). Dopo la caduta del fascismo l’educazione fisica venne
accantonata, poiché, evidentemente, si riteneva troppo compromessa con il defunto
regime. Venne sostituita dall’insegnamento
della chimica. Il professore di educazione fisica continuò pertanto ad
insegnare. Non più educazione fisica ma chimica. Venne cioè riciclato, come
tanti altri, che occuparono però ben diverse posizioni.
Il post attuale è però
troppo scherzoso ed anche alquanto ironico. La prossima volta WW tenterà di correggersi. Anche se non
crede alla SERIETA’ che, a volte, è
solo apparenza…(anche se si può sempre decriptare, quando ne è il caso…)
Accompagna il post una foto quiz…, sulla quale potremmo trovarci (questa volta,
non ironicamente) tutti d’accordo.
Westwind
giovedì 5 gennaio 2012
PALLONCINI COLORATI (Kafka,
“ilProcesso”)
Apparenze allucinanti,
eventi improbabili, colpe mai commesse ed imprecisate,condanne senza giudici. I
miti, le fiabe, i personaggi mitologici, le leggende a volte non esprimono solo
le apparenze. Ma qualcos’altro, qualora ne venga effettuata la decriptazione.
Meglio conosciuta con il termine, ad avviso di WW, inappropriato di decostruzione anziché con quello
piùcongeniale di destrutturazione (poiché non si tratta di demolire edifici).
Appartengono alla schiera di coloro che hanno utilizzato tale tecnica eminenti
artisti, scrittori, scienziati. Tra i tanti, Husserl, Heidegger,Pirandello,
Shakespeare, Hegel, Freud,Marx
e lo stesso Kafka.Il “Processo”
di Kafka (che è diventato spettacolo al teatro “Vascello” di Roma) vuole esprimere qualcosa di diverso dalle sue
apparenze. Che non può rivelare “apertis
verbis”. Solo così l’opera potrebbe avere un senso e non apparirebbe solo
una stranezza del suo autore.Lo
conferma Primo Levi che, ad avviso
di WW,è stato uno tra i migliori
traduttori dell’opera. Precisando, nella introduzione all’opera, che la
continua utilizzazione, da parte dell’autore, dei termini di : sembrare,
verosimile, probabile, intravedere, accorgersi, come se, apparentemente, simile
e quant’altro evidenzia che il testo “dipana
instancabilmente vicende in cui nulla è come appare”. E cioè vuole
nascondere qualcosa. Ad es. il distratto, irresponsabile, cieco, assoluto
autoritarismo e strapotere imperante nella collettività ceka dell’epoca.
Qualcosa di analogo ha interessato, qualche anno dopo, uno stato limitrofo (e
lo stesso Primo Levi ne ha fatto, a
suo tempo, le spese). Questa è solo un’ipotesi, tra le tante. Non v’è certezza.
Non v’è mai certezza…..
(Non toglieteci almeno
il) cornetto
ed il cappuccino
GRAMELLINI (nel Suo
articolo di fondo su “La Stampa” del 4/1/12) si impegna nello sfondare una
porta praticamente aperta. Quella del ripudio della violenza. Anche se è una
reazione ad una ingiustizia. Anche se, eventualmente, provenga dallo Stato. Da
EQUITALIA. E ritengo che in ciò sia
all’unisono con (quasi) tutti gli italiani. Essere ITALIANI significa, come è
ovvio, appartenere alla nazione ITALIA. E sentirsi legati ad un vincolose non di affettuosità (poiché ciò sarebbe un
chiedere troppo) almeno di non estraneità con ciò che è rappresentativo della
nazione ITALIA (compresa EQUITALIA).Ciò
è messo sicuramente in forse quando i servizi forniti dallo STATO non sono
l’ideale (è questo solo un eufemismo; GRAMELLINI li definisce PESSIMI).Occorre pertanto ripristinare, almeno, un
rapporto diNON ESTRANEITA’tra i cittadini e lo STATO. E quest’ultimo
faccia la sua parte. I cittadini non tarderanno a fare la loro. Questa non è
una previsione. Potrebbe essere (forse) solo una speranza….