lunedì 6 agosto 2012

LA CACCIA (Piero di Cosimo, Tito)


LA CACCIA

(Tra l’altro) nuoce gravemente alla salute.

Era un grande amore. Quello tra Cefalo e Procri .Ma quest’ultima era alquanto gelosa. Per le numerose assenze di Cefalo. Che spesso andava a caccia. Un brutto giorno, allorchè si era nascosta dietro un cespuglio, per vigilare sul suo uomo, venne da costui, involontariamente, colpita a morte (dal giavellotto magico donato loro dalla dea Diana). Vi sono alcuni ammaestramenti (se così si possono definire) che vengono offerti dalla vicenda. In primis, che la caccia, tra l’altro, nuoce gravemente alla salute, e non solo di chi la pratica. Secondariamente, per quanto riguarda l’immagine, trattasi di un dipinto  ascrivibile a Piero di Cosimo, un pittore considerato un pazzoide, un paranoico, un isolato, un emarginato (del suo tempo). Il problema, se tale si può definire, è se sia l’arte ad averlo reso tale o se sia vero il contrario. Se cioè sia stata la stessa emarginazione, il vivere fuori dalle logiche della cosiddetta normalità ad averne favorito la sua formazione come artista. Per quanto riguarda Cefalo costui, a seguito dell’accaduto, si uccide, gettandosi da una rupe e gridando il nome non di Procri ma di Pterelao, nome che la moglie aveva adottato travestendosi da giovane cacciatore per reinfilarsi nell’alcova coniugale e rappacificarsi con il consorte. Sembrerebbe, secondo alcuni, che Pocri, con la sua vita abbastanza libera e travestendosi da cacciatore, abbia manifestato un aspetto dimensionale non congeniale al sesso che le era stato inizialmente attribuito, manifestando in tal modo il suo lato maschile di donna indipendente, che era il lato più apprezzato dal suo amato Cefalo.
La vicenda è stata (in un certo senso rivissuta e) riscritta nel romanzo “
La voce delle isole” dal fedelissimo Franjo, cioè da uno stretto collaboratore del Presidente Tito, che era divenuto l’amante della bella e colta Anja, una slovena sensuale e sfrenata, che sembra fosse l’amante di Tito, ed alla quale tutto era concesso. E che, durante un combattimento, venne uccisa, non si sa se casualmente (come Procri) dal suo amante Franjo. Vi sarebbero altre interpretazioni della vicenda in chiave psicanalitica, che, per brevità, si tralasciano. C’è solo una valutazione (banale) da aggiungere alle altre.  Che sembra a BW che nel dipinto di Piero di Cosimo l’unico che risulta veramente afflitto (tutti gli altri risultano intrisi di un velleitario intellettualismo.Il soccorritore ha addirittura un’espressione sorridente) è il cane Lelapo (anch’esso dono di Diana). Che sembra essersi accorto che l’evento ha una valenza definitiva. Irrevocabile. E che cioè mai più, in questa vita, rivedrà la sua cara, bella, indimenticabile Procri.

Bluewind


2 commenti:

  1. Tutto nuoce se fuori dalla misura.La cosa vale per i mortali e per gli dei.E i miti ce ne danno ampia testimonianza.Non crede il signore BW?
    Ciao,una misurata compagna di viaggio appassionata e libera d'ogni suo volo senza la sfida di Icaro.
    Mirka

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  2. Il commento è piuttosto kriptato. Per quanto riguarda i doni di Diana, penso che ci abbia "azzeccato" per il cane. Meno bene per il giavellotto. Ma evidentemente Diana conosceva il modo di vivere nell'Olimpo. Ma per quanto riguarda la terra ferma, preferiva sorvolarla senza guardarla troppo da vicino. (Che strano, ho la sensazione che anche questo messaggio sia venuto fuori kriptato. Questi messaggi a volte sembra che si scrivano da se stessi, autonomamente. E' un bell'aiuto !) Ciao. Mimmo

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