mercoledì 30 maggio 2012

Parata si parata no


PARATA SI  PARATA  NO

Anche un rullo di tamburi. Può far rinascere o ravvivare (nelle anime….semplici) l’amor patrio. (Senza offesa per l’Europa). E se  è innegabile che ogni comunità ha necessità di riti e simboli è anche ben vero che non avrebbe senso (logico) contrapporre la parata militare del 2 giugno all’aiuto che si deve necessariamente erogare alle popolazioni gravemente colpite dal sisma. E ciò considerando altresì che ben altre cause di sperpero, molto incisive, continuano a perdurare nell’attualità (e purtroppo perdureranno in quella prossima e futura). Se vi sono altre ragioni per opporsi alla parata ben vengano (ed una volta tanto senza travestimenti o strumentalizzazioni di qualcos’atro). Ma salviamo almeno l’aspetto logico del problema. E cioè se la vera ragione per opporsi alla parata è l’antimilitarismo, farebbe parte di una corretta dialettica democratica. Che, in questo caso, avrebbe anche una non trascurabile valenza. Altrimenti… rimarrebbe solo (a darci conforto ?) solo il brano musicale  Italia si Italia no” di Elio e le storie tese

Westwind

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LA BELLA EMILIA

LA  BELLA  EMILIA
 …Presto sarà mattina
un nuovo giorno inizierà
e questa notte
sarà solo un ricordo
 (Dal brano musicale “Memory”)
Westwind

lunedì 28 maggio 2012

Enigmaticamente Donna (Marisa Merz)

(Enigmaticamente)  Donna   (Marisa Merz)
 MARISA MERZ. Creatrice di un’ arte visionaria ed onirica, fatta di figure evanescenti ed eteree, nelle quali l’interiorità ha una sua visibile trasparenza esteriore. Sembra sia lo stesso pensiero, nell’arte della Merz,  che, con le sue innumerevoli molteplicità, diviene immagine, trasfigurando la stessa fisicità di quanto rappresentato, rendendola inutile e quasi insignificante.
La prima immagine, di grande impatto visivo, riguarda l’opera di una giovane Artista  (che desidera rimanere anonima) dell’ Homo Novus del nostro tempo (e di quello che verrà). Guardiamola con estrema attenzione poiché potremmo scoprirci ciò che ci attende nel prossimo futuro.
Westwind

sabato 26 maggio 2012

Il colpevole è (quasi sempre) il maggiordomo (di turno)


Il colpevole è (quasi sempre) …il maggiordomo (di turno)

Come nei gialli “fin de siecle”.Ed è così anche adesso. Trame, finanze, spie.” L’annus horribilis” ha apposto, giudiziariamente, il suo suggello. A volte è un suggello che risolve, epidermicamente, complesse lotte di potere (dei piani alti). Che, se troppo risolte, potrebbero mettere in imbarazzo la collettività. “Oportet ut scandala eveniant”…ma senza esagerare (troppo). Chi ci sta ingannando ? Si chiede uno scrittore notoriamente cattolico ( Vittorio Messori nell’intervista su “ La Stampa” del 26/5/012, pag. 5) . Cosa si può provare – prosegue – nell’apprendere  di cardinali “che si scannano tra di loro, di dossier consegnati sottobanco ai giornalisti, di lettere sottratte al Papa, di intrighi bancari, di tumulazione di “ personaggi a dir poco discutibili…avvenute “ con tutti gli onori ?”. Secondo Messori lo scadimento qualitativo riguarda gran parte dei chierici, anche quelli di livello gerarchicamente elevato ed è evidente che “questo zoppicare della Chiesa dipenda dalla mediocrità del Suo personale”. Ma purtroppo tale “ prerogativa” non riguarda solo la comunità al di là del Tevere. Ma (purtroppo)  quasi tutto il resto.  Ci si potrebbe anche chiedere se ciò che avviene sia solo frutto di incapacità. O, forse, di quant’altro…

Westwind

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venerdì 25 maggio 2012

TEMPESTA SULL'ADRIATICO (Woody Allen)


TEMPESTA  SULL’ADRIATICO  (Woody  Allen)

( Woody Allen) su “La Stampa” del 25/5/012 sostiene che “ Roma è completamente diversa dalle altre capitali del mondo”. E ne è rimasto “scioccato  per l’energia, il ritmo, I colori” che le sono congeniali.  Poiché “rompe le regole, le idee, le norme, le leggi cui si è abituati nelle altre città”. In quanto “c’è gente che fa jogging nei parchi, ristoranti sempre aperti” e   Villa Borghese sembra essere il Suo “luogo del cuore”. Letto l’editoriale, si ha il sospetto che Woody Allen non sia mai venuto a Roma  anche se non è così in quanto risulta accertato il contrario. Ma questo non è il vero Woody Allen,   quello che conosciamo per il Suo geniale andare contro corrente, che, solitamente, fuoriuscendo dagli schemi valutativi convenzionali,  consente di scoprire realtà diverse, ignorandone quelle di facciata.  In realtà Roma ha convissuto con le molteplici  dominazioni che si sono susseguite (nel passato). Reagendo, ogni volta, solo con l’indifferenza. ed, in tal modo,  isolandole di fatto. Con la storiella del “ marziano a Roma” il bravo Ennio Flaviano ha ben descritto tale situazione caratteriale.  (Con il marziano che il primo giorno di permanenza nella capitale viene fatto oggetto di una moderata curiosità e nei giorni successivi non sembra suscitarne alcuna). Piuttosto ciò che occorrerebbe chiedersi è che cosa abbia in sè Roma per suscitare nei visitatori  quella sensazione ( che traspare visibilmente dai loro comportamenti)  di aver quasi  coronato uno dei sogni della propria vita e di risultarne appagati. (Ciò che fa apparire quasi magica la Città). Trattasi di un’approfondimento (che sociologicamente potrebbe definirsi analisi dell’immaginario collettivo)  che evidentemente la Sua frettolosa permanenza a Roma non ha consentito a Woody Allen di rilevare.

Il brano video che accompagna il post riguarda una delle più violente tempeste che recentemente abbiano interessato l’estrema punta della penisola. Il brano è stato alquanto silenziato per attenuare l’intenso fragore delle gigantesche ondate che si sono abbattute con estrema violenza sulla costa, quasi inabbissandola. L’interessantissima ripresa è di Antonio Mauro.

Westwind

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domenica 13 maggio 2012

Prima che sia Notte (M.Gutierrez,R.Arenas)

Prima
che
sia
notte..

 
Voglio morire quando muore il giorno, in altomare e con la faccia al cielo, dove pare un sogno l’agonia e l’anima un gabbiano che si libra in volo
Non sentire negli ultimi istanti …che il maestoso rompersi delle onde…ed essere come questo sole che lento spira, qualcosa di assai luminoso che si perde….
Morire giovane…quando la vita dice ancora sono tua, anche se ci inganna, ben lo sappiamo.( Reinaldo Arenas, poeta e scrittore cubano)






 

 Westwind





I'll stay until we get you out


DEMOCRAZIA SOSPESA ?

Che strano - pensò il mendicante - Non me ne ero accorto !

Aryan Smith scivola sul ghiaccio. E va a finire sotto le ruote del pullman. Ove rimane incastrata ed impossibilitata ad uscirne.. E’ gravemente ferita. Interviene l’agente Peck, della Contea di Salt Lake City. Comprende che i soccorsi potrebbero tardare. E’ necessario pertanto tenere in caldo il cuore della ragazza…nonché lo spirito. Le prende la mano. La trattiene tra le sue e le sussurra: “I’ll stay until we get you out “ Resterò da te finchè non ti tireremo fuori.
Adesso lasciamo parlare Massimo Gramellini che, nella prima pagina della “Stampa” di Torino del 20/12 us ha reso nota la vicenda : “Poi Arianna si è salvata, l’agente Peck è diventato un’eroe nazionale e la sua spremuta di umanità è tra le più lette (negli USA)…forse perchè….parla al subconscio di tutti. Anche noi “ aggiunge Gramellini “- come Arianna – siamo finiti sotto il pullman un poco per colpa nostra e molto per l’irresponsabilità di chi era al volante. Siamo feriti ma vivi e possiamo ancora salvarci se qualcuno avrà la forza “ e, secondo Westwind, la sensibilità “di stendersi accanto a noi e tenerci la mano, sussurrando le stesse parole. Resterò qui finchè non ti tireremo fuori….!”
Quanta poesia in questa prosa !

Westwind




sabato 12 maggio 2012

FRANCE LIBRE


BREVE INCONTRO
Aveva appreso che lo avrebbe rivisto. Di li a poco. Lo aveva conosciuto qualche anno prima di sposarsi. Era un matrimonio che le era stato sostanzialmente imposto. Come erano le consuetudini dell’epoca. Lui, nonostante il rischio  di essere catturato dai nazifascisti, che lo cercavano, non aveva saputo resistere all’impulso di rivederla. Era stata informata dai suoi conoscenti che gli era stata tesa una trappola nel luogo delle loro, in altri tempi, consuete frequentazioni. Doveva avvertirlo. Prima che ciò accadesse.. Doveva assolutamente evitare di recarsi in quel posto. Si precipitò per le scale di casa. Si recò in piazza, ove lui avrebbe dovuto necessariamente passare.. La piazza era deserta ed assolata. Vi si inontrarono. Fu un brevissimo incontro. Si guardarono per un attimo. Al tempo stesso increduli e quasi incantati l’uno dall’altra. Lo avvertì della trappola che gli era stata tesa. Lui si allontanò subito dopo. Erano consapevoli che sarebbe stato il loro ultimo incontro. E così fu.  (il racconto è una storia vera. Così come mi è stata narrata).
Westwind
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venerdì 11 maggio 2012

La Quiete dopo la tempesta (Pierre Bonnard)


LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA (Pierre Bonnard)
Pierre Bonnard. Un isolato. Secondo la maggior parte dei critici. Poiché non si era circoncluso in uno dei numerosi –ismi dell’apoca  (impressionismo, espressionismo, surrealismo e quant’altro). Ma si limitava a seguirli tutti e nessuno, Contemporaneamente. La sua era una trascrizione raffigurativa intimistica del reale. Tentando di recuperare attraverso gli oggetti, gli ambienti, gli elementi della natura ciò che era stato in pratica sottratto all’umanità, considerata come complesso di individualità autonome e particolari. Trattasi, all’evidenza, di un tentativo di ritorno, attraverso l’arte raffigurativa, a ciò che all’individuo appare fondamentale. Prescindendo dalle astrazioni, dalle platealizzazioni alle quali, con la violenza del colore e la deformazione delle immagini, l’arte moderna ci ha abituato. E ci si restituisce così il calore di una tovaglia casalinga apparecchiata, l’amichevole splendore di una natura ricca di erbe e fogliame, vista da una finestra di casa di campagna, nella luce dell’estate. il fisico assopimento offerto dall’acqua tiepida di una vasca, il mare compatto di mimose, che sembrano voler entrare nella nostra casa e partecipare quasi alla nostra esistenza. Sembra una quiete dopo la tempesta dell’espressionismo, che sembra alludere alla tragicità del futuro, dell’impressionismo, che sembra sottintendere la natura fondamentalmente non amichevole del creato, del surrealismo, che traveste la realtà sensibile  trasformandola visivamente in ciò che non si è mai visto e, presumibilmente, non si vedrà mai. Ed allora, con Bonnard, è proprio quiete dopo la tempesta. Era ciò che, forse, attendevamo. Da sempre.. Anche questa è vita.

Westwind

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giovedì 10 maggio 2012

Il paese delle prugne verdi (Herta Muller)




L’ALBERO  DELLE  PRUGNE VERDI   (HERTA  MULLER)
Una donna come tante altre. Ma tanto diversa. Per le terribili esperienze alle quali è sopravvissuta e che è riuscita splendidamente a sublimare e che costantemente rivive. Nei suoi romanzi nei quali aforisticamente e quasi kripticamente le descrive.  Con il Suo stile che è, quasi, pura poesia. Stile che non consente una facile, agevole lettura. Perché tutto o quasi tutto viene descritto kripticamente, aforisticamente. In quanto questo è il modo di esprimersi (al quale si è evidentemente assuefatta) che consente – se si è fortunati – la sopravvivenza fisica nei regimi dispotici che privilegiano  l’odio, la delazione, la sopraffazione, l’arbitrio.
Herta Muller ha narrato la storia di vite ridotte quasi ad uno stato larvale, a pura sopravvivenza, ad un ripetersi di gesti ed azioni nella completa cancellazione di ogni individualità personale (E’ la stessa realtà descritta nelle Sue opere dal nostro caro Primo Levi) che Le fa rivelare, in una intervista, “Credo di essere nata con il disgusto della vita…Non sono cresciuta, sono stata cresciuta. Non si poteva fare nulla, si doveva fare tutto”. Il senso, aforistico, del Suo messaggio potrebbe essere  che siamo in definitiva, chi più chi meno, marionette ed il massimo di libertà cui possiamo aspirare è quello di renderci conto di esserlo. I Suoi romanzi:” L’altalena del respiro, Oggi avrei preferito non incontrarmi, In viaggio con una gamba sola, Bassure, Il paese delle prugne verdi” (oltre ad altri).  Non è ben vista neanche in Romania (il Suo Paese d’origine). Attualmente vive a Berlino. Il titolo del libro “Il paese delle prugne verdi” allude alla credenza popolare  romena secondo la quale se si mangiano molte prugne verdi si viene assaliti da una forte febbre che porta rapidamente alla morte.  Herta Muller si è trovata per lungo tempo sotto l’albero delle prugne ma è riuscita ugualmente a sopravvivere.
Nel 2009 Le è stato attribuito il Premio Nobel per la letteratura. Infinitesimale, tardivo riconoscimento per una esistenza fatta di incredibili sofferenze.

Westwind

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mercoledì 9 maggio 2012

QUIEN SABE (Mogli, mogli...eterne dee)

QUIEN  SABE
Lettere al direttore”.  Emanuele scrive di aver evitato, domenica scorsa, due tradimenti. Con una collega di ufficio in un albergo ospitale e, l’altro,  nella cabina elettorale, ove era sul punto di votare per le 5 stelle di Grillo, anziché a favore del partito per il quale aveva votato da sempre (Pci-Pds-Ds-Pd). Commenta l’Articolista  (su “La Stampa” del 9/5/012) che  al posto della moglie dell’anonimo lettore si sentirebbe relativamente tranquillo. E, se fosse BERSANI, forse no, proprio per niente. Poiché le prime corna Emanuele le metterebbe proprio a Lui (non alla moglie).
(Quien sabe).
Westwind

martedì 8 maggio 2012

Guardando, criticamente, nel vuoto (J. Cheever)

Guardando nel vuoto, criticamente (J. CHEEVER)
A cosa pensi ? chiedeva a volte la madre alla figlia Elisa. “A niente”. Rispondeva questa, continuando a guardare nel vuoto. Non voleva frequentare il corso tecnico commerciale (propostole dalla madre) che le avrebbe consentito di trovare un’occupazione decente. “Il mio futuro è su un set” ripeteva spesso. “Il resto è una perdita di tempo”. Lavorava come dog sitter e e baby sitter presso famiglie benestanti. Per procurarsi qualche euro, che dava alla madre, la signora Wilson. Venne anche per lei un’opportunità. Nelle vesti di una agente teatrale. Che era rimasta ammirata dal suo modo di fare, di guardare, di parlare. E che le offrì di interpretare una parte di protagonista in un film che si prefigurava di successo, diretto da un regista di successo, prodotto da un produttore di successo. Sarebbe stata ben retribuita. Ed in seguito le si sarebbe aperto un futuro  senza problemi. Il giorno precedente la sottoscrizione del contratto di ingaggio lesse il copione. Pensò che era uno schifo. La mattina successiva, allorchè le fu presentato il contratto da sottoscrivere, disse che non avrebbe preso parte al film. Poiché non le piaceva il copione. In seguito, quando venne programmato,il film non ebbe alcun successo. La compagnia si sciolse. Il produttore riprese a svolgere la sua precedente attività di venditore all’ingrosso di mangimi  (per animali). Una sera la madre si soffermò a guardare la figlia Elisa, che aveva davanti a se  un testo sulla contabilità in partita doppia. Non lo stava studiando ma sembrava che contemplasse il vuoto. Guardandola attentamente, si chiese che rapporto poteva esserci tra le dolci sembianze del suo volto e la sua intuitiva capacità di giudizio
Il post è tratto dal racconto “L’OPPORTUNITA’” di J. Cheever (dic 1949), liberamente modificato, abbreviato e rimaneggiato da WW.
Westwind
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sabato 5 maggio 2012

ELEGANZA VO' CERCANDO....

ELEGANZA   VO’  CERCANDO……
 
( Adelaide di Braganza: “Cingi  la  benda candida…”)   Rossini
Ecco una splendida immagine. Accompagnata dalla sublime musicalità del brano. Sembra che ambedue (eleganza dell’immagine e musicalità del brano) si contendano il privilegio di dare il non plus ultra di ciò che assieme possono offrire. C’è comunque una sola parola che al tempo stesso può descriverne e sintetizzarne il contenuto: ELEGANZA. Tutti noi in questa breve giornata che ci è concessa, chi più chi meno, ripetiamo le stesse identiche cose. Ma ci distinguiamo quasi esclusivamente per il modo  con il quale le ripetiamo. Ed uno di questi modì è l’ ELEGANZA della loro effettuazione (oltre che, a volte, del loro contenuto). Può trattarsi di cose semplici o meno semplici, non ha importanza (potrebbe trattarsi anche di attività artistica e persino di attività politica e legislativa). Ma in effetti  questo, a volte, si rivela l’unico fatto creativo. E di questo tipo di creatività non sembra che se ne veda molta in giro
Westwind
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Cfr. sul  blog  di Lupoblu di Wordpress (lupo blu.wordpress.com; poi cliccare su Dashboard e si perviene alla lista dei posts) i posts Panis Angelicus,Cappuccetto rosso, Carmina Burana, Ce la faremo (con la Baez forse si), e Ce la faremo (chissà)che contengono meravigliosi brani video musicali su uno schermo quasi triplo di quello dei posts su Blogger.

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venerdì 4 maggio 2012

FINALE DI PARTITA (S. Becket, Munch, P.Picasso)

Qualcosa sta seguendo il suo corso naturale
 
( Beckett, Munch)  
L’” URLO” (nella sua quarta versione)  di Munch è stato ceduto ieri da Sotheby’s di New York ad un ignoto acquirente per la cifra astronomica di 120 milioni di dollari. Ma la sua immanenza simbolica come irrinunciabile condanna di tutte le violenze e discriminazioni era già da tempo proprietà comune, nei cuori e nelle coscienze, di tutto il genere umano. Come GUERNICA di P.Picasso. In ambedue i casi trattasi di aforistiche allucinazioni figurative di ciò che sarebbe avvenuto in seguito (l’Urlo è del 1893 e prefigura le incredibili atrocità della 1° e 2° Guerra mondiale) o di ciò che già era avvenuto e si sarebbe ripetuto anche successivamente (GUERNICA è di epoca successiva alla guerra di Spagna ed ha costituito una specie di prova generale della 2° guerra mondiale).
Sorge spontaneo l’associare, mentalmente, a queste immagini il Finale di partita e l’ Aspettando Godot di S.Beckett, opere anch’esse rivelatrici della reale condizione umana in generale e della impossibilità, per l’umanità intera, di fuoriuscirne, eliminando le congenialità ad essa immanenti delle sofferenze, delle pulizie etniche, e dell’aridità coerente con l’esistenza medesima. E della irrinunciabile condanna, per l’umanità intera, a subire od assistere necessariamente a tali eventi, ai quali “non possono sopravvivere neanche i sopravvissuti”.
Poiché questo è il nostro mondo di sempre (di ieri come di oggi e di domani), quello in cui gli uomini sono condannati a vivere. “Ormai siete al mondo…non c’è più rimedio !...La fine è nel principio !...” (S.Becket, Finale di partita). Ed anche l’opera d’arte, secondo Adorno, deve misurarsi con questa negatività del presente e dell’esistenza umana, ricavandone la sua positività proprio nella rappresentazione artistica della sua negatività. E, comunque (secondo Aspettando Godot) si è sempre in attesa di qualcosa di nuovo.
Che dovrebbe arrivare. Che arriverà. Che non può non arrivare. Ma che non arriverà. Mai….mai.
Westwind
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martedì 1 maggio 2012

SI PUO' DARE DI PIU' ?




Si può dare di più ?

 Non  è un fatto tecnico. La crisi. E’ inutile studiare tecniche di recupero che tagliano l’erba anche dove non andrebbe tagliata. Sono solo “toppe” (oltretutto andrebbero fatte meglio) con le quali si tende a circoscrivere la falla. Che si allarga sempre di più. Inesorabilmente. Comunque la tecnica va bene nel suo campo. Non nei comportamenti umani. Non si può chiederle più di quello che può dare. La crisi ha delle causali tipicamente etiche (o per meglio dire antietiche). Pertanto, per uscirne, occorre recuperare il senso etico. Gramellini, sulla Stampa (del 1/5/012)  giustamente rivela che i “tagli aiutano a sopravvivere ma per evolvere servono visioni strategiche”. (e cioè, in modalità criptica, si mostra d’accordo con quanto sopra esposto). Rivela inoltre che la crisi è in sostanza “una strettoia della storia”. Come il nubifragio o la tromba d’aria Che vanno dove capita. Ma non è così.  Dimezzare i costi della politica e della burocrazia, la “ più  pletorica, corrotta ed inamovibile d’Europa (sono parole di Gramellini), a parte che risulterebbe missione impossibile e senza esito alcuno non risolverebbe il problema di fondo che consiste essenzialmente nel recupero  del senso etico, dello spirito di solidarietà e di razionalità sociale (anche per quanto riguarda i provvedimenti legislativi). Quante pagine gloriose  (e vittoriose) del Risorgimento e della Resistenza sarebbero state scritte se non fosse stato, all’epoca, immanente un modus vivendi caratterizzato dalla dimensione etica ? Senza  quale non si risolverà proprio un bel nulla. Sarebbe come continuare a riversare acqua in un radiatore forato che ne richiederà sempre più. Senza fine…. …

Westwind