mercoledì 5 settembre 2012

SEMPRE OMBRE (film "PIETA' di Kim Ki-duk)


SEMPRE OMBRE

(il film “Pietà” di Kim Ki-duk )


Secondo la Storia straordinaria di Peter Shlemihl . (di Adalbert Von Chiamisso, 1781-1838) sembra che non si possa sopravvivere senza la propria ombra. Che, secondo C.S.Jung, segue ciascuno di noi e ne rappresenta “il lato oscuro” e, nel caso non urti “contro le regole della società”, rende possibile la “civile” convivenza. A volte tale ombra si modifica. A seconda delle necessità e delle circostanze. Aderendo di fatto (così almeno sembra) alla nota legge di Marx, (per quanto riguarda gli ordinamenti collettivi) sulla ripetizione degli eventi storici. Che, ogni volta, si ripresentano in modi e sembianze diverse. E con ombre anch'esse diverse. Ed il capitalismo ne è di ciò, per così dire, il “gran maestro”. Modificando ogni volta la propria ombra (cioè il proprio modo di apparire), ma non la propria sostanza (cioè il profitto....a tutti i costi). Una prova di ciò (che potrebbe definirsi luminosa, se avesse luce) è la vicenda ILVA (uno dei tanti casi di esemplificazioni possibili). Alla quale, con il consenso pressocchè generale, si è, a suo tempo, consentito di imprimere il proprio insalubre marchio su una intera città (e sui suoi abitanti), avvelenandola. Con il beneplacito trionfalistico dei molti. Continuandosi, nel contempo, a perpetuare la libresca, consueta lotta contro il capitalismo vecchia maniera, appartenente ad uno stadio (di sviluppo ?) ormai superato. Trasformandosi tale lotta in una sottospecie di lotta contro i mulini a vento di donchisciottesca memoria.. Di ciò ne sembra consapevole il regista coreano Kim Ki-duk nel film presentato a Venezia “Pietà”. . Nel quale riscopre quel capitalismo “vecchia maniera” da noi superato attualmente ma “vigente” in Corea, considerato, in Occidente, uno dei paesi “emergenti”. Ed il manifesto/locandina di tale film (cfr. l'immagine che accompagna il post) costituisce, per così dire, la parafrasi della “Pietà” di Michelangelo.. Con una Madonna stanca (con le sembianze di una donna del nostro tempo) che tiene sul proprio grembo il proprio figlio, (anch'esso in abiti attuali), suo carnefice ed impietoso usuraio. Il manifesto sembra abbia avuto vita breve, poiché non è più visibile (la motivazione di ciò datane dal regista non appare convincente). Ed è pertanto evidente che anche questa volta il capitalismo si è difeso bene. Come avviene...da sempre.

Bluewind

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