Si ha quello che si vuole
Il Coriolano di Shakespeare potrebbe
forse dare una mano alla soluzione del quesito posto da un Giornalista di un
importante quotidiano che confida che giorno verrà in cui gli elettori
salteranno il fossato, passando da destra a sinistra e viceversa. Contrariamente a ciò che avviene nel gioco del calcio, ove
ciascuno si ritiene legato, praticamente a vita alla stessa squadra (di
calcio).
Il Coriolano, dunque. E’ un dramma che non ha avuto alcun successo. Poiché il suo eroe era un’eroe negativo. Non per la sostanza (aveva salvato la città eterna. Per ben due volte. Disinteressatamente, a rischio della propria vita) Ma poiché aveva un difetto di comunicatività. Con la gente comune. Era incapace di ingraziarsela ed accattivarsene la benevolenza. E quindi il consenso. Non gli piacevano i compromessi. E non ne faceva mistero. (Il suo grande errore era quello di dire pane al pane e vino al vino. Difettava di diplomazia). Era un uomo di poche parole,non avvezzo alle circonlocuzioni verbali della giovane democrazia romana. In sostanza al quesito posto dall’innominato giornalista dell’importante quotidiano se mai arriverà il giorno in cui in Italia le elezioni non saranno più un derby né un’ordalia,( come avviene attualmente per il gioco del calcio), ma sarà una scelta consapevole fra due modi diversi di fare le stesse cose, si potrebbe anche essere tacciati di cinismo se la risposta fosse che questo “sarebbe troppo bello per essere vero” e che d’altra parte ed in un certo senso “ciascuno ha quello che vuole”. E forse, forse, forse….è giusto sia così.
Il Coriolano, dunque. E’ un dramma che non ha avuto alcun successo. Poiché il suo eroe era un’eroe negativo. Non per la sostanza (aveva salvato la città eterna. Per ben due volte. Disinteressatamente, a rischio della propria vita) Ma poiché aveva un difetto di comunicatività. Con la gente comune. Era incapace di ingraziarsela ed accattivarsene la benevolenza. E quindi il consenso. Non gli piacevano i compromessi. E non ne faceva mistero. (Il suo grande errore era quello di dire pane al pane e vino al vino. Difettava di diplomazia). Era un uomo di poche parole,non avvezzo alle circonlocuzioni verbali della giovane democrazia romana. In sostanza al quesito posto dall’innominato giornalista dell’importante quotidiano se mai arriverà il giorno in cui in Italia le elezioni non saranno più un derby né un’ordalia,( come avviene attualmente per il gioco del calcio), ma sarà una scelta consapevole fra due modi diversi di fare le stesse cose, si potrebbe anche essere tacciati di cinismo se la risposta fosse che questo “sarebbe troppo bello per essere vero” e che d’altra parte ed in un certo senso “ciascuno ha quello che vuole”. E forse, forse, forse….è giusto sia così.
Bluewind
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