lunedì 3 settembre 2012

C'eravamo tanto amati





C'ERAVAMO TANTO AMATI (?)
Secondo l'esperto di cose russe che scrive oggi su “La Stampa” (Enzo Bettiza), c'erano anche allora (all'epoca di Lenin, Stalin,Kruscev, Breznev) i contestatori, ma erano cosa più seri di quelli che attualmente contestano Putin. “Si chiamavano Martov Plechanov, Trochij, Bucharin, Solzenicyn, Sacharov, Salamov, Sinjavskij. Non calpestavano cattedrali e non sbraitavano come cantori di cabaret di una pochade da bassifondo parigino”. “E non venivano condannati a due anni di carcere, come le Pussy Riot ma, alcuni di essi, venivano brutalmente esiliati, uccisi o spediti nel gulag, dove era più facile morire che vivere “. E ciò (secondo BW) rendeva eloquente ed incontestabile la tesi che l'occidente democratico trovavasi nel giusto e che tutti gli altri (Russia compresa) avevano il monopolio della nequizia e molta strada da fare per disfarsene.
Adesso, rileva l'articolista, senza, così afferma, con ciò voler deridere le tre giovani post moderne, queste ultime avrebbero fiutato nella
Russia attuale, la Russia di Putin, una dimensione più da commedia che da tragedia, facendo diventare Putin uno Zar da farsa, da operetta. Ma senza concordare con tale valutazione, ritiene BW che, se questa realmente fosse la dimensione attuale, sarebbe pur sempre preferibile a quella precedente.

Bluewind

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