lunedì 2 gennaio 2012


…Forse nulla..  (della serie “Le nuove fiabe”)

Era un periodo di miseria. (Dopo un periodo di nominale ricchezza) Erano tempi brutti per i bambini. C’era poco o nulla per sfamarli. Ed anche la famiglia di Pollicino era troppo misera per poter mantenere i suoi sette figlioletti. Li abbandonò nel bosco. Ma riuscirono a ritrovare la strada. Di casa. Ed allora vennero “ceduti” ad una famiglia benestante. Che aveva sette figliolette. Bellissime. I fratellini, che erano candidati a cedere i propri organi per i trapianti, se la cavarono. Fuggirono. E si rifugiarono nel bosco. Sopravvivevano depradando i passanti. Pensavano che, in fondo, non c’era alcun male. Altri esercitavano la stessa attività (senza doversi trasferire nel bosco), e senza conseguenze che non fossero quelle dell’esibizione delle proprie ricchezze e dei propri privilegi. Immeritatamente acquisiti. Gli sceriffi della città vicina non erano in grado di intervenire. Perché con troppo lavoro e troppo lontani (Così dicevano). Le sorelline vennero ingaggiate (id est: cedute) ad una ditta  a metà discografica ed a metà turistica. Quando qualcuno propose loro di abbandonare tale attività, rifiutarono. Come dissero, stavano bene dove si trovavano.
Fabula docet
Anzi non insegna proprio nulla. Hic (purtroppo) manebimus (non optime). Repetita( non ) iuvant. Ed anzi (a volte) abituano (al peggio).

Il post si lascia accompagnare dal brano video musicale di Vasco Rossi: “Voglio una vita spericolata….piena di guai”. Ma sembra inutile invocarne l’arrivo. Poiché – WW ha questa sensazione – ci siamo già dentro. Se qualcuno non se ne fosse accorto, sarebbe sicuramente uno degli evasori e/o dei privilegiati ( o di uno che spera di esserlo).

Westwind

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