mercoledì 25 luglio 2012

Il piatto piange (Europa, Olimpiadi)



Il piatto piange
 (olimpiadi, Federica Pellegrini, Lemeitre)

 Secondo M. Gramellini (su “La Stampa” del 25/07/012) immaginare che, durante le Olimpiadi, una ragazza spagnola, davanti al video,  tifi per l’”italiana” Federica Pellegrini e che un pensionato “tedesco” tifi, a sua volta, per il centometrista “francese” Lemeitre, sarebbe un atto considerato, idealmente, di pura follia. Ed anche quello di aver immaginato il medagliere olimpico, con l’Europa unita contro America e Cina, (sentendosi  la prima ancora una volta, nel modo giusto,il centro glorioso del mondo) sarebbe anch’esso un atto di pura follia. Ma così non è (o auguriamoci che non sia). Si potrebbe altresì immaginare l’effetto che avrebbe sul “ vecchio” continente la condivisione di emozioni così forti. Forse, osserva M. Gramellini,” anche l’Euro cesserebbe di essere” una moneta di sembianze svizzere finite, per così dire, per caso nelle nostre tasche” ed assurgerebbe a simbolo di qualcosa di vivente (ed amichevolmente partecipativo). Riatterrando nella realtà odierna, dalla sopra descritta realtà immaginifica, ci sorprenderebbe di assistere agli attuali litigi da condominio per la difesa delle piccole patrie di iniziale  appartenenza (ormai relitti di un passato remoto e per lo più attualmente ignorato) destinate ad una inesorabile sconfitta, nelle piste del reale come nelle borse (finanziarie). Ma l’immagine che Gramellini trae dagli Europei di oggi è perfettamente valida e reale (non solo immaginifica) E si sente si vede. La indicano le scelte turistiche degli europei di oggi. Dal loro atteggiamento spesso condizionato da una illimitata propensione per gli usi, le consuetudini, il modus vivendi dei paesi europei che stanno frequentando (e dove spesso vi rimangono per il resto della loro vita). E pertanto anche il contfronto con quello della Europa delle “ufficialità in doppio petto” (Sia ben chiaro. BW non ha nulla contro i doppi petti. Anche se a volte, anzi molto spesso, preferisce, per se, un abbigliamento diverso) viene a perdere ogni sostanziale concretezza. In effetti gli europei ci sono già. L’Europa no. E gli europei, quelli che ci vivono, ci lavorano e ci soffrono dentro lo sanno già (da tempo). Che spesso le comunanze, le condivisioni e persino gli affetti si nutrono anche della compartecipazione solidaristica, convinta, delle risorse disponibili da parte di tutti, non solo rispetto a ciò che procura gioiosità ma anche a ciò  che potrebbe alleviare le privazioni. (Così è per le famiglie. Così è. Sicuramente, anche per i popoli). A volte la “rappresentatività istituzionale” può giocare dei brutti scherzi. E potrebbe rappresentare ciò che non esiste (più). Per l’Europa stà avvenendo il contrario di ciò che è avvenuto nel nostro Paese. Per il quale, in tempi non lontanissimi, si diceva : “Adesso che abbiamo fatto l’Italia, dobbiamo fare gli italiani”. In Europa dobbiamo fare l’Europa. Gli europei ci sono già. (tutti). Occorre affrettarsi. Poiché l’Europa può anche aspettare. Gli Europei no. “il piatto piange”.

Bluewind


2 commenti:

  1. "Il piatto piange" dici? E perchè mai dovrebbe chiagnere e (s)uspirà visto che i responsabili siamo solo noi nel permettere che i quattro o cinque burattinai (sparsi) qua e là tirino i fili dell'"amara sorte"?
    Mirka

    RispondiElimina
  2. E' il piatto però che piange. Noi (in pubblico) no. (mai) Ciao. Mimmo

    RispondiElimina