martedì 17 luglio 2012

AMATE SPONDE ?



Cara Italia (amate sponde…?)

Svolazzando sulle estemporaneità del momento

 Su “La Stampa” del 17/07/12 v’è una rassegna di giornalistiche valutazioni della stampa estera (sull’Italia):
 Per Lisa Palmieri Billig (del  Jerusalem Post) (Israele) l’Italia è un paese ”popolato da brave persone” “nonostante il suo passato fascista” con una mentalità individualistica ed anarchica, ciò che lo accomuna alla mentalità israeliana…
Per Andrea Vreede (Nos-Tv) (Olanda) l’Italia rimane pur sempre (nonostante la crisi) il paese della dolce vita, delle pizze  e della mafia.  Ma adesso sembra che qualcosa sia cambiato. E non risulta affatto comprensibile. E fa paura. Molta paura.
Per Tobia Piller (Frankfurter Zeitung) (Germania) si cambiano troppi governi (in Italia) Da quando è stata bloccata la svalutazione (alternativa alla quale si ricorreva per rendere più competitive le nostre esportazioni) ed a seguito dell’adesione dell’Italia all’Euro ( che non ha più consentito tale espediente) Il Paese è entrato in crisi. Sembra, per il giornalista, si tratti di un malato incurabile. Nel senso che potrebbe non valere la pena di salvarlo (poiché sarebbe inutile).
Per Romina Spina (Neue  Zuercher Zeitung ) (Svizzera) “è la mancanza di senso civile che non si può perdonare all’Italia”. “In Svizzera i cittadini si fidano delle istituzioni. Per gli svizzeri  l’idea di doversi difendere dallo stato…è da condannare”.
Per Gabbe Bettina (Sudwest Presse) (Germania) La Merkel è diventata, per l’Italia, il capro espiatorio della crisi. (In realtà, secondo BW, sta rivelando una Germania piuttosto disconnessa da quello spirito solidale europeistico che ha non poco contribuito alla sua riunificazione (dopo le colpe del passato).
Segey Startsev (Ria Novosti) (Russia). Sembra, nonostante le Sue affermazioni,…… abbia compreso meglio degli altri la situazione. Per Lui “l’Italia non si può capire. La si può solo amare od odiare.. E, parafrasando Giorgio Gaber, si può anche dire: “Mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo…non lo sono…”. Lo si potrebbe anche considerare un simpatico inconsueto elogio. E come tale lo accettiamo. E…per il resto…solo il cielo ci può pensare.

Bluewind




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