NULLA E’ (COME SI DICE CHE SIA)
La parte conclusiva di una partita di scacchi è denominata
“Finale di partita”. (Fin de partie, secondo S. Beckett). Allorchè i giocatori
dilettanti continuano a giocare, non accorgendosi dell’inevitabile sconfitta.
Mentre i giocatori professionisti, di fronte ad una ineccepibile situazione di
svantaggio, produttiva della desumibile sconfitta, abbandonano il gioco. Non so
come mai, leggendo l’editoriale di Gramellini
(sulla Stampa del 27/6) che
scende in campo in difesa del marco
(pardon, lapsus linguae, volevo dire “ dell’euro”)
sostenendo che la lira è “una lira da
scordare” (che è anche il titolo dell’editoriale.) mi è venuta in mente questa particolarità del gioco degli scacchi. Riconosco che, come
sostiene Gramellini, all’epoca della
lira, la svalutazione gonfiava gli affari e quindi ne allontanava la
recessione. Ma perché, non c’è anche
adesso, con l’aumento dei prezzi, la svalutazione ? E non è pagata, oltre
che da tutti noi, da intere masse di lavoratori ridotti in miseria perché disoccupati e senza pensione ? E sembra
accettabile la consuetudine di avere o di attendere una qualche pagella di
benemerenza, da coloro che veramente ed europeisticamente contano, poiché ci si
è comportati bene ? Cioè perché si è stati ligi
alle direttive sovranazionali del momento ?. E siamo altrettanto sicuri
che non ci sia qualcuno (personaggio o nazione) che, nell’Olimpo europeistico,
non possa o non debba considerarsi (tanto per rimanere nell’argomento) uber alles ?
Westwind
Nessun commento:
Posta un commento