DI SOLA ANDATA (La città proibita)
Dopo anni di assenza era tornato a casa. In una giornata
grigia, fredda, senza sole. La guerra era ormai finita. E tutti erano tornati a
casa. Era alquanto pallido e sembrava sfinito. Si sedette sull’unica sedia ed appoggiò
sul tavolo l’unico avambraccio scoperto dal mantello. La madre lo abbracciò e
gli disse :”togliti quel brutto
mantello, che ti invecchia !” “Meglio
di no”, rispose lui dando un’occhiata tutt’intorno. Aggiungendo “ Poi tra poco devo uscire”. “Ma come, osservò la madre, sei appena arrivato e già devi uscire ?”
“Si” disse lui. “qualcuno mi aspetta lì fuori. E non voglio
farlo attendere”. La madre si avvicinò al vetro della piccola finestra e
vide un’uomo che passeggiava su e giù nel giardino. “Ecco mamma” fece lui con voce sommessa, quasi scusandosi “Adesso devo andare”. Lo accompagnò fino
alla porta. Abbracciandolo nuovamente. Si avvicinò di nuovo alla finestra per
guardare fuori. Ma non vide più nessuno. Allora comprese che forse quello era
stato l’ultimo saluto alla propria madre ed alla propria casa. Prima di un viaggio
di sola andata.
L’idea del post è stata desunta dal racconto “Il Mantello” di Dino Buzzati del quale si è tentato di incrementare l’originaria
atmosfera di surreale sofferenza di cui era già inizialmente intriso. (La foto della "Città proibita a Pechino" è di Abendrot)
Westwind
Nessun commento:
Posta un commento