mercoledì 6 giugno 2012

COSE DEI NOSTRI GIORNI


COSE  DEI  NOSTRI  GIORNI

L’Articolista si era “ appisolato “davanti la TV. Durante l’intervista del Direttore del TG al Segretario di Stato Vaticano. Ed aveva, in sogno, rivisto l’analoga intervista che, da bambino, aveva seguito alla TV, allora in bianco e nero. Notando che nulla era cambiato da allora tranne il colore. Gli stessi visi compunti. Le sembianze del Direttore del TG protese nell’” annuire in sincrono con l’intero suo corpo” e “volte a favorire le risposte”. Le domande fin troppo “felpate  sembravano fuoriuscire dal Direttore del TG che appariva pervaso da una quasi trascendentale beatitudine.  Risvegliatosi l’Articolista (cfr l’articolo in prima pagina de “La Stampa” del 5/6/2012) aveva notato, tra sè e sè, che , a parte il colore, nulla era televisivamente cambiato per ciò che concerne la “sudditanza del TG1 al Vaticano Ma, evidentemente, non occorreva appisolarsi per constatarlo. E forse, non se ne sarebbe neanche accorto se, allora come oggi, avesse cambiato canale. Ma forse il telecomando non gli funzionava. (Ovviamente quello del televisore. Che è l’unico che, a volte, non funziona).  Torniamo a noi. Cioè alla visita del Ministro Elsa Fornero all’Ufficio di collocamento della Sua città. Ove aveva steso la Sua mano, con un gesto di simpatica ed istituzionale fraternità, ad un giovane disoccupato di 20 anni, da qualche tempo in attesa.  Quest’ultimo (scrive l’Articolista, su “ La Stampa “ del 6/6/2012) aveva “eroicamente resistito al richiamo della buona educazione che gli suggeriva di alzarsi in piedi”. Si era diplomato presso l’Istituto alberghiero ed avendogli fatto notare, la Fornero, che solitamente nel settore vi sono buone possibilità di occupazione, Le avrebbe risposto “Ma a me non piace lavorare la sera, mentre gli altri escono”. (Infatti, da sempre, alberghi e ristoranti hanno la pessima abitudine di servire la cena all’ora di cena). Di quì il giornalisticamente risentimento dell’Articolista. Secondo il quale questi giovani farebbero “pena”. Ed esprimendo altresì  l’auspicio che la vita tolga in fretta  al giovane alberghiero” la seggiola da sotto il sedere. Una bella culata sul pavimento potrebbe ancora avere effetti miracolosi sul suo carattere”. Ma nessuno dei due (Ministro ed Articolista) si è accorto che la risposta del giovane disoccupato era pervasa, nella sua apparente assurdità, da un senso di tragica, sofferta ironia. Poiché se si trovava in attesa presso l’Ufficio di collocamento, risultava evidente che ciò avveniva perché un’occupazione non l’aveva trovata e la stava cercando. Ed anziché rispondere ad una domanda che richiedeva, implicitamente, una risposta ovvia, aveva preferito utilizzare una risposta, che in quanto paradossale, non poteva che essere, evidentemente e quasi elegantemente, ironica. Ma nessuno dei due se ne era accorto. E questo è tutto (per oggi).

Westwind

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2 commenti:

  1. Questo post dice delle amare verità che mi rattristano perché dovremmo amarci e venirci incontro ma, facendo tutto il contrario, ogni freddezza e ingiustizia verso gli altri diventa un boomerang che schizza indietro e colpisce chi l'ha lanciato.

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  2. Ma non c'era nulla di intenzionale in quel comportamento.Probabilmente il Personaggio non aveva avvertito il vero senso della battuta. E non è raro che ciò avvenga. Anche da parte di personaggi altolocati. E che probabilmente sono stati allenati o si sono allenati a non essere troppo sensibili a ciò che avviene attorno a loro. E forse questo è il segreto del loro successo. (Il "pace e bene" che si dice nelle Chiese è forse solo un modo di dire). Ciao Mimmo

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