lunedì 26 dicembre 2011

E COSI' SIA


E…così  sia…

Frugalità significa produrre ciò che è necessario. Non sperperare. Non creare nuovi velleitari ed inutili bisogni. Per aumentare artificiosamente la produttività.  Keines si sbagliava quando sosteneva che occorre aumentare l’offerta anche se non c’è domanda. Poiché in seguito quest’ultima verrà. (Ma è venuta poi , dopo trent’anni,la recessione). In seguito si corresse, ma non venne seguito altro che nella precedente teoria. Adesso tutti sono d’accordo che ha errato. E si punta sulla frugalità. Sulla economicità delle scelte. In misura a dir poco esagerata. Si trascura di considerare quel tipo di competitività dei paesi in crescita e che sono in crescita non perché si basano esclusivamente sui bassi salari ( che peraltro consentono una sopravvivenza dignitosa) ma anche su una ragionevole produttività. Soprattutto a basso costo. Auto sempre più piccole (anche la maggiore occupazione di spazio stradale è uno sperpero ecologico, che non viene considerato). Lavatrici e frigoriferi a basso costo. Apparecchi scientifici che consentono di evitare le costose ecografie (ad es, tra gli altri, il monitor per il battito fetale, sviluppato da una grande azienda e che costa molto meno dei 4000 dollari circa dei dispositivi ad ultrasuoni..)
La frugalità occidentale favoleggia, in compenso, quale supporto dei nuovi orizzonti che si prefigurano, (giornalisticamente),  che tornerà di moda il telefono fisso, la giacca, forse anche la cravatta e la camicia stirata, l’essere pendolari e precari, la stretta di mano, l’ufficio, probabilmente il Lei (speriamo che non torni di moda il Voi) l’impresa con l’imprenditore “dalle belle brache bianche” travestito  da moderno buonista ed ecologista. Speriamo che ciò non avvenga. Oltretutto ciò sarebbe inutile  e privo di risultati concreti. E poi finiamola una buona volta con il sostenere che l’avvenire si baserebbe sul precariato, sulla insicurezza del posto di lavoro per l’abolizione dell’art. 18, sul primato, a dir poco inverecondo, dell’imprenditore, che spesso non ha alcun merito per essere tale ( ad es. le farmacie…ereditarie). Il precariato potrebbe essere congeniale solo nei lavori semplici, elementari. Non in quelli che richiedono professionalità, e che, per dare risultati apprezzabili, devono assicurare al prestatore di lavoro una adeguatezza economica nel presente ed una prospettiva di avanzamento nel futuro. Tutto ciò richiederebbe  anche un impegno civile – psicologico – culturale della collettività (e non solo leggi e decreti). In caso contrario…si continuerà ad affondare.
Se è questo che si vuole, si vada avanti per la stessa strada (
e così sia).

Westwind


4 commenti:

  1. In una società civile vera debbono vivere bene e tranquillamente TUTTI, senza grandi differenze tra miseri, mediocri e ricconi che tutto pigliano senza nulla dare.
    La gente è scoraggiata ed ha perduto ogni fiducia. Occorreva partire dalla crescita e non con una serie di stangate che affossano il medio ceto, l'unico che finora ha lavorato, pagato le tasse e permesso di sopravvivere pagando gli interessi di debiti vergognosi. E se ne sono ricordati a Natale, quando le difese cadono e tutti aspettiamo quella festa per stare insieme e divertirci, adesso daranno un'altra botta forte ad agosto, quando fa caldo e ci sono le vacanze lungamente sognate e nella testa di ognuno rumoreggiano le onde del mare.
    Vergogna. Belle prospettive per i giovani. E quante parole, qualcuno sincero ci sarà sul pianeta.
    I miserelli non lavorano e i ricconi nemmeno, affossare il medio ceto è il più grave errore.
    Dimenticavo: la mia dimora definitiva è qui:
    http://usignolamimma.wordpress.com/

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  2. Cara Domenica Luise,innanzi tutto sono contentissimo di rileggerti. Per quanto riguarda ciò che avviene, il discorso sarebbe troppo lungo. L'essenziale, per tutti noi che abbiamo sempre lavorato ed abbiamo dato alla collettività ben più di quello che abbiamo ricevuto (e non ce ne pentiamo affatto poichè, oltretutto, questa è la nostra natura) non ci rimane da fare altro che tentare di capire quello che c'è dietro. E Ti assicuro, per mia personale esperienza, che quando la situazione è, all'esterno, poco chiara, c'è quasi sempre qualcosa di inconfessabile ...dietro. Ciao ed affettuosi auguri. Mimmo

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  3. Post "interpretabile"
    ma fotografia molto significativa e chiara.
    AUGURI DI VITA AGLI ANNI,
    Mirka

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  4. Caro Anonimo,
    Tutti i miei post sono interpretabili. Poichè partono da un personaggio, un mito, una vicenda storica e tentano di decriptarla e cioè reinterpretarla dandole un senso di attualità. E quella che in filosofia e sociologia si definisce "decostruzione". (Heidegger, Darrida, Freud, Marx,ecc) E' come guardare dietro le quinte.E' un gioco. Come tanti altri. Non si scopre la verità assoluta (che al livello umano è irraggiungibile, in senso definitivo) ma si fanno scoperte interessanti. (Grazie per l'attenzione e buon Anno). Ciao. WestWind

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