Coactus
voluit
In un precedente post
WW si è occupato del senso metaforico ed aforistico. Di un mito. Del mito del “Labirinto”. Che riguarda la stessa esistenza umana. Il
suo presente. I suoi orizzonti i suoi presupposti, le sue prospettive. Si è
accorto che ciò è , quasi, in sintonia con quanto espresso dalla grande
poesia di Wistlowa Sazymborska di cui viene trascritta, qui di seguito, l’ultima parte della sua poesia “Labirinto”.
Deve pur esserci un’uscita
E’ più che certo.
Ma non tu la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall’inizio
che ti insegue,
ed il labirinto
altro non è
se non la tua, finchè è possibile,
la tua, finchè è tua, fuga, fuga, fuga. (da te stesso; aggiunta di WW).
E’ più che certo.
Ma non tu la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall’inizio
che ti insegue,
ed il labirinto
altro non è
se non la tua, finchè è possibile,
la tua, finchè è tua, fuga, fuga, fuga. (da te stesso; aggiunta di WW).
La fuga potrebbe essere
anche quella della mente. Perché non vede perché ha scelto di non vedere.
(Senza che, per fare ciò, occorra un grande cervello).
Westwind
.
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