domenica 8 aprile 2012

Il principe di Homburg ( Heinrich von Kleist)

A VOLTE SI SOGNA……..
…ma si sogna anche quando si è desti ?
E’ questo un quesito che per “Il principe di Homburg” (l’omonimo dramma di Heinrich  , dal quale è stata tratta  l’opera lirica Der Prinz von Homburg di Hans Werner Henze con testo di Ingeborg Bachmann e l’omonimo film di M. Bellocchio) non è stato ancora risolto. In effetti si tratta di un problema esistenziale ( con riflessi psicanalitici) che riguarda tutti noi. Ed, ontologicamente, la nostra stessa esistenza. Il principe, forse, non era completamente in sè, quando, la notte precedente, gli vennero impartite le direttive per la battaglia del giorno dopo contro gli svedesi. Contravvenendo a tali ordini, lanciò i reparti di cavalleria di cui era al comando anticipatamente rispetto a quanto gli era stato ordinato. E per tale ragione vinse la battaglia e sbaragliò gli svedesi. Ma le leggi (specie quelle militari) sono ferree ed inderogabili. E la sanzione prescritta, per tale suo inadempimento era la pena di morte. Gli venne però offerta la possibilità di aver salva la vita se avesse dichiarato che la condanna era ingiusta. Ma rifiutò tale soluzione. Gli sarebbe sembrato di violare la legge ed il proprio codice d’onore. Sentiva che le leggi vanno rispettate. Anche se, in alcuni casi, ingiuste ed antiumane. La circostanza di non essere in se. Di stare in una situazione di sognante sonnambulismo (sindrome di cui era affetto) non poteva esimerlo dal subire la pena prescritta. E’ quello che gli aveva ricordato lo stesso Grande Elettore, dopo la condanna: “Non è nei sogni che si conquista la gloria !”. Questo gli aveva ricordato il Grande Elettore.  Decide quindi di rinunciare all’opportunità di salvarsi. Forse la conclusione del dramma è anch’essa un sogno. Condotto nel luogo che riteneva fosse quello dell’esecuzione e tolta la benda che gli copriva gli occhi, si accorge che quello è il luogo ove si celebrerà il suo matrimonio con Natalia, la sua amata, ed alla presenza della Corte imperiale al gran completo. L’opera di von Kleist venne elaborata fra il 1809 ed il 1811 e pubblicata postuma solo nel 1820, dopo che l’autore si fu tolto la vita ( nel 1811) assieme alla sua compagna Henriette Vogel, nelle gelide acque del Wannsee, nei pressi di Postdam. Ed è incredibile che la tormentata esistenza di von Kleist, caratterizzata  da una costante rivolta contro gli autoritarismi di ogni specie, abbia avuto letterariamente termine con il “Principe D’Homburg “che è, sostanzialmente una esaltazione dell’autoritarismo e della più assoluta e sovrumana obbedienza agli ordini ricevuti. Il dramma godette di una discreta popolarità nella Germania nazista. E se ne comprendono le ragioni. L’ambiguo finale del dramma vede il Principe di Homburg che non riesce a credere di essere ancora vivo e chiede se si tratti di un sogno. “Un sogno e cos’altro ?” gli  viene risposto.
Resta solo , ontologicamente, da  chiarire se, a volte, anche la nostra vita è un sogno, anche quando siamo desti. La risposta ce la facciamo dare dalla brava cantante italo tedesca Lisa Del Bo, con il brano video musicale Vaya con Dios, mentre naviga su un battello d’epoca sulle splendide acque del mar Baltico.
Westwind
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