FEMMINISMO (prima maniera)
E’ quello urlato, per intenderci. Che sembra essere il non
plus ultra dall’Articolista (de La Stampa del 29/11 us) che pesantemente
dissacra (è un eufemismo) Carla Bruni poiché Costei ha, tempo fa, dichiarato
che “la sua generazione non ha più bisogno
del femminismo”. Evidentemente di quello urlato, scomposto, di prima
maniera. Ma, come al solito, è stata fraintesa, come chiunque non vada “più a genio” ai mass media. E per
completare il quadro e per suffragare, con qualche parallelismo, il Suo
assunto, l’Articolista de La Stampa
cita le e mail ricevute, nelle quali la Bruni viene tacciata di dire “scemenze”,
di essere una privilegiata, e sul fatto
che il femminismo avrebbe “bisogno di lotte”
(cioè di continuare ad essere “urlato”.
Ma in sostanza non si tratta di femminismo vero.
Ma di un maschilismo travestito da femminismo. E cioè, per semplificare, di
un femminismo in gonnella). Mentre
il femminismo della Bruni è più soft, più evoluto e non meno incisivo
di quello urlato. Ma per taluni, per avere credibilità, è giocoforza battere i pugni sul tavolo (è un
eufemismo), cioè fare la voce grossa.
Anche se si tratta solo di apparenza. Come
avvenne per la visita di Hitler a Roma. Allorchè vennero addobbate
tutta Via
dei Fori imperiali e Via dei Trionfi
(allora si chiamava così) con tripodi su piedistalli e grandi candelabri tutti
rigorosamente di compensato dorato. Vennero fatti altresì,orgogliosamente,
sfilare i nostri carri armati (che erano poco di più che scatolette metalliche,
mentre i gerarchi nazisti, sull’apposito palco, cercavano di frenare il loro
sbellicarsi dal ridere). (Infatti, all’epoca, l’esercito tedesco era dotato dei
più efficienti carri armati Tigre).
Per le anzidette ragioni Pier Luigi Bersani non appare bene
accetto a certa stampa, poiché non batte i pugni sul tavolo. Perché appare
troppo tranquillo. Poco mussoliniano. Poco categorico. E a volte, molto
elegantemente eufemistico. Nessuno ha compreso la metafora (che è una metafora di origine germanica),”meglio un passerotto nella mano che un tacchino sul
tetto”. A proposito di un grosso problema risolto con una cattiva
legge, che andava migliorata (Riguarda Equitalia).(
E’ una metafora equivalente al nostro “meglio un uovo
oggi che una gallina domani”). Non è stata compresa. Da un pimpante
conduttore di Radio 24 ore che si è chiesto cosa significasse. E neanche dagli
altri mass media (La Repubblica
compresa). Che l’hanno ignorata. E così, con questa incomprensione si è
concluso l’atteso confronto televisivo tra Renzi e Pier Luigi Bersani. Elegantemente, ma per esclusivo merito di quest’ultimo.
Bluewind.
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