giovedì 29 novembre 2012

FEMMINISMO (di prima maniera)


FEMMINISMO  (prima maniera)

E’ quello urlato, per intenderci. Che  sembra essere il non plus ultra dall’Articolista (de La Stampa del 29/11 us) che pesantemente dissacra (è un eufemismo) Carla Bruni poiché Costei ha, tempo fa, dichiarato che “la sua generazione non ha più bisogno del femminismo”. Evidentemente di quello urlato, scomposto, di prima maniera. Ma, come al solito, è stata fraintesa, come chiunque non vada “più a genio” ai mass media. E per completare il quadro e per suffragare, con qualche parallelismo, il Suo assunto, l’Articolista de La Stampa cita le e mail ricevute, nelle quali la Bruni viene tacciata di dire “scemenze”, di essere una privilegiata, e sul fatto che il femminismo avrebbe “bisogno di lotte” (cioè di continuare ad essere “urlato”. Ma in sostanza non si tratta di femminismo vero. Ma di un maschilismo travestito da femminismo. E cioè, per semplificare, di un femminismo in gonnella). Mentre il femminismo della Bruni è più soft, più evoluto e non meno incisivo di quello urlato. Ma per taluni, per avere credibilità, è giocoforza battere i pugni sul tavolo (è un eufemismo), cioè fare la voce grossa. Anche se si tratta solo di apparenza. Come avvenne per la visita di Hitler a Roma. Allorchè vennero addobbate tutta  Via dei Fori imperiali e Via dei Trionfi (allora si chiamava così) con tripodi su piedistalli e grandi candelabri tutti rigorosamente di compensato dorato. Vennero fatti altresì,orgogliosamente, sfilare i nostri carri armati (che erano poco di più che scatolette metalliche, mentre i gerarchi nazisti, sull’apposito palco, cercavano di frenare il loro sbellicarsi dal ridere). (Infatti, all’epoca, l’esercito tedesco era dotato dei più efficienti carri armati Tigre).

Per le anzidette ragioni Pier Luigi Bersani non appare bene accetto a certa stampa, poiché non batte i pugni sul tavolo. Perché appare troppo tranquillo. Poco mussoliniano. Poco categorico. E a volte, molto elegantemente eufemistico. Nessuno ha compreso la metafora (che  è una metafora di origine germanica),”meglio un passerotto nella mano che un tacchino sul tetto”. A proposito di un grosso problema risolto con una cattiva legge, che andava migliorata (Riguarda Equitalia).( E’ una metafora equivalente al nostro “meglio un uovo oggi che una gallina domani”). Non è stata compresa. Da un pimpante conduttore di Radio 24 ore che si è chiesto cosa significasse. E neanche dagli altri mass media (La Repubblica compresa). Che l’hanno ignorata. E così, con questa incomprensione si è concluso l’atteso confronto televisivo tra Renzi e Pier Luigi Bersani. Elegantemente, ma per esclusivo merito di quest’ultimo.

Bluewind.

Nessun commento:

Posta un commento