venerdì 2 novembre 2012

COME LA MAREGGIATA...


COME LA MAREGGIATA

“Signore,
se Tu volessi incarnarmi, in una futura vita, in una bestia, Ti prego: tieni presente il mio carattere, le mie abitudini, le mie attitudini, e fammi gatto….
Fammi gatto, Signore, ma liberami dal bisogno di un tetto, d’un cibo, d’una cuccia. Rendi inerte il mio fiuto, insensibile il mio palato, muto il mio stomaco: ch’io non sia costretto, strisciando, scodinzolando, leccando la mano che mi porge il cibo, a mortificare iteratamente la mia coscienza….
Fammi gatto libero, Signore, fammi rinascere a Roma, buttami al margine del relitto di un monumento, come la mareggiata butta sul lido la mezza conchiglia…..
Soprattutto, Signore, non darmi il potere di graffiare con l’unghia sul travertino, come ho fatto da uomo con la penna sulla carta, i segni dell’alfabeto….Ch’io non diventi vittima di un presunto fuoco poetico, che in effetti è un fuocherello di paglia (che a volte) non riscalda nessuno, e che non sia spinto a strizzare la mia anima come un limone asciutto, per cavarne …gocciole di poesia che (a volte) non arriveranno a dissetare nessuno”. (Brano introduttivo tratto dalla pubblicazione “Il gatto romano” di “Mario Dell’Arco”. E’ uno pseudonimo, poiché l’Autore aveva desiderato di rimanere anonimo. Ed anche adesso che non è più tra i viventi, BW ha ritenuto di dover rispettare tale Sua volontà).

Bluewind

2 commenti:

  1. In sintesi,una lettera da presentare a S.Pietro perchè chiuda due occhi. Tenerissima supplica nella quale anch'io mi riconosco, appartenendo alla specie di quei piccoli felini.
    Mirka

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