LA QUIETE DOPO
LA TEMPESTA (Pierre Bonnard)
Pierre
Bonnard. Un isolato. Secondo la maggior parte dei critici. Poiché
non si era circoncluso in uno dei numerosi –ismi dell’apoca (impressionismo, espressionismo, surrealismo e
quant’altro). Ma si limitava a seguirli tutti e nessuno, Contemporaneamente. La
sua era una trascrizione raffigurativa
intimistica del reale. Tentando di recuperare attraverso gli oggetti, gli
ambienti, gli elementi della natura ciò che era stato in pratica sottratto all’umanità,
considerata come complesso di individualità autonome e particolari. Trattasi,
all’evidenza, di un tentativo di ritorno, attraverso l’arte raffigurativa, a
ciò che all’individuo appare fondamentale. Prescindendo dalle astrazioni, dalle
platealizzazioni alle quali, con la violenza del colore e la deformazione delle
immagini, l’arte moderna ci ha abituato. E ci si restituisce così il calore di
una tovaglia casalinga apparecchiata, l’amichevole splendore di una natura
ricca di erbe e fogliame, vista da una finestra di casa di campagna, nella luce
dell’estate. il fisico assopimento offerto dall’acqua tiepida di una vasca, il
mare compatto di mimose, che sembrano voler entrare nella nostra casa e
partecipare quasi alla nostra esistenza. Sembra una quiete dopo la tempesta
dell’espressionismo, che sembra alludere
alla tragicità del futuro, dell’impressionismo,
che sembra sottintendere la natura fondamentalmente non amichevole del creato,
del surrealismo, che traveste la
realtà sensibile trasformandola
visivamente in ciò che non si è mai visto e, presumibilmente, non si vedrà mai.
Ed allora, con Bonnard, è proprio quiete dopo la tempesta. Era ciò che, forse,
attendevamo. Da sempre.. Anche questa è
vita.
Westwind
.
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