venerdì 11 maggio 2012

La Quiete dopo la tempesta (Pierre Bonnard)


LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA (Pierre Bonnard)
Pierre Bonnard. Un isolato. Secondo la maggior parte dei critici. Poiché non si era circoncluso in uno dei numerosi –ismi dell’apoca  (impressionismo, espressionismo, surrealismo e quant’altro). Ma si limitava a seguirli tutti e nessuno, Contemporaneamente. La sua era una trascrizione raffigurativa intimistica del reale. Tentando di recuperare attraverso gli oggetti, gli ambienti, gli elementi della natura ciò che era stato in pratica sottratto all’umanità, considerata come complesso di individualità autonome e particolari. Trattasi, all’evidenza, di un tentativo di ritorno, attraverso l’arte raffigurativa, a ciò che all’individuo appare fondamentale. Prescindendo dalle astrazioni, dalle platealizzazioni alle quali, con la violenza del colore e la deformazione delle immagini, l’arte moderna ci ha abituato. E ci si restituisce così il calore di una tovaglia casalinga apparecchiata, l’amichevole splendore di una natura ricca di erbe e fogliame, vista da una finestra di casa di campagna, nella luce dell’estate. il fisico assopimento offerto dall’acqua tiepida di una vasca, il mare compatto di mimose, che sembrano voler entrare nella nostra casa e partecipare quasi alla nostra esistenza. Sembra una quiete dopo la tempesta dell’espressionismo, che sembra alludere alla tragicità del futuro, dell’impressionismo, che sembra sottintendere la natura fondamentalmente non amichevole del creato, del surrealismo, che traveste la realtà sensibile  trasformandola visivamente in ciò che non si è mai visto e, presumibilmente, non si vedrà mai. Ed allora, con Bonnard, è proprio quiete dopo la tempesta. Era ciò che, forse, attendevamo. Da sempre.. Anche questa è vita.

Westwind

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