martedì 8 maggio 2012

Guardando, criticamente, nel vuoto (J. Cheever)

Guardando nel vuoto, criticamente (J. CHEEVER)
A cosa pensi ? chiedeva a volte la madre alla figlia Elisa. “A niente”. Rispondeva questa, continuando a guardare nel vuoto. Non voleva frequentare il corso tecnico commerciale (propostole dalla madre) che le avrebbe consentito di trovare un’occupazione decente. “Il mio futuro è su un set” ripeteva spesso. “Il resto è una perdita di tempo”. Lavorava come dog sitter e e baby sitter presso famiglie benestanti. Per procurarsi qualche euro, che dava alla madre, la signora Wilson. Venne anche per lei un’opportunità. Nelle vesti di una agente teatrale. Che era rimasta ammirata dal suo modo di fare, di guardare, di parlare. E che le offrì di interpretare una parte di protagonista in un film che si prefigurava di successo, diretto da un regista di successo, prodotto da un produttore di successo. Sarebbe stata ben retribuita. Ed in seguito le si sarebbe aperto un futuro  senza problemi. Il giorno precedente la sottoscrizione del contratto di ingaggio lesse il copione. Pensò che era uno schifo. La mattina successiva, allorchè le fu presentato il contratto da sottoscrivere, disse che non avrebbe preso parte al film. Poiché non le piaceva il copione. In seguito, quando venne programmato,il film non ebbe alcun successo. La compagnia si sciolse. Il produttore riprese a svolgere la sua precedente attività di venditore all’ingrosso di mangimi  (per animali). Una sera la madre si soffermò a guardare la figlia Elisa, che aveva davanti a se  un testo sulla contabilità in partita doppia. Non lo stava studiando ma sembrava che contemplasse il vuoto. Guardandola attentamente, si chiese che rapporto poteva esserci tra le dolci sembianze del suo volto e la sua intuitiva capacità di giudizio
Il post è tratto dal racconto “L’OPPORTUNITA’” di J. Cheever (dic 1949), liberamente modificato, abbreviato e rimaneggiato da WW.
Westwind
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2 commenti:

  1. "Guardandola attentamente,si chiese che rapporto poteva esserci tra le dolci sembianze del suo viso e la sua intuitiva capacità di giudizio". Nulla.Era solo una parte che "doveva" studiare ma che le procurava noia e forse anche il fastidio per memorizzarla.
    Un pò inquietante questo post.Non credi Scarangella?...
    Mirka

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  2. Doveva essere un post semplice, di una ragazza semplice, di una situazione semplice ma la cui soluzione, pur risultando estremamente meritevole risulterebbe ai più paradossale poichè troppo non conforme all'attuale senso etico della collettività. In effetti anche la Tua interpretazione risulterebbe intrigante ed interessante. (in mancanza d'altro, se così a Te piace)Ciao Scarangella

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