giovedì 10 maggio 2012

Il paese delle prugne verdi (Herta Muller)




L’ALBERO  DELLE  PRUGNE VERDI   (HERTA  MULLER)
Una donna come tante altre. Ma tanto diversa. Per le terribili esperienze alle quali è sopravvissuta e che è riuscita splendidamente a sublimare e che costantemente rivive. Nei suoi romanzi nei quali aforisticamente e quasi kripticamente le descrive.  Con il Suo stile che è, quasi, pura poesia. Stile che non consente una facile, agevole lettura. Perché tutto o quasi tutto viene descritto kripticamente, aforisticamente. In quanto questo è il modo di esprimersi (al quale si è evidentemente assuefatta) che consente – se si è fortunati – la sopravvivenza fisica nei regimi dispotici che privilegiano  l’odio, la delazione, la sopraffazione, l’arbitrio.
Herta Muller ha narrato la storia di vite ridotte quasi ad uno stato larvale, a pura sopravvivenza, ad un ripetersi di gesti ed azioni nella completa cancellazione di ogni individualità personale (E’ la stessa realtà descritta nelle Sue opere dal nostro caro Primo Levi) che Le fa rivelare, in una intervista, “Credo di essere nata con il disgusto della vita…Non sono cresciuta, sono stata cresciuta. Non si poteva fare nulla, si doveva fare tutto”. Il senso, aforistico, del Suo messaggio potrebbe essere  che siamo in definitiva, chi più chi meno, marionette ed il massimo di libertà cui possiamo aspirare è quello di renderci conto di esserlo. I Suoi romanzi:” L’altalena del respiro, Oggi avrei preferito non incontrarmi, In viaggio con una gamba sola, Bassure, Il paese delle prugne verdi” (oltre ad altri).  Non è ben vista neanche in Romania (il Suo Paese d’origine). Attualmente vive a Berlino. Il titolo del libro “Il paese delle prugne verdi” allude alla credenza popolare  romena secondo la quale se si mangiano molte prugne verdi si viene assaliti da una forte febbre che porta rapidamente alla morte.  Herta Muller si è trovata per lungo tempo sotto l’albero delle prugne ma è riuscita ugualmente a sopravvivere.
Nel 2009 Le è stato attribuito il Premio Nobel per la letteratura. Infinitesimale, tardivo riconoscimento per una esistenza fatta di incredibili sofferenze.

Westwind

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4 commenti:

  1. Grazie per questo post bellissimo.
    Un bacio,Mirka

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  2. È una meraviglia. Si incontrano autori di grande valore, si ammirano, si leggono, si sprofonda sempre più nel pensiero umano. Dovremmo avere fame e sete di cultura, ma non di quella da stoccafissi imbalsamati, quella argentea, guizzante, che salta come i delfini quando giocano. Grazie per questo post. A scuola leggevamo Se questo è un uomo di Primo Levi al posto dei Promessi sposi: i ragazzi ne restavano molto toccati. Poi gli ho fatto vedere La vita è bella con Benigni, e ho ammirato quegli omaccioni (stavamo in un Professionale) con le lacrime agli occhi, ecco, questa è la vita: bella, appunto.

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  3. E' bellissima la fotografia ! Rivela una dimensione di intesa (e forse qualcosa di più) indescrivibile con le parole. Mi è piaciuto molto il Tuo commento. Ma mi ha particolarmente colpito la locuzione "stoccafissi imbalsamati". E' di sicuro effetto (senza, evidentemente, trascurare i delfini, con i loro guizzanti, argentei giochi). Ciao. Mimmo

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