LA VERITA’ SI’…(ma
fino ad un certo punto)
Occorrerebbe solo chiedersi perché questi
sei personaggi, della vita vera, non hanno un autore. E perchè quello che
avevano li ha abbandonati. Potrebbe essere perché era giunto vicinissimo alla
realtà. Fatta di contraddizioni. Di una esistenza che, nella sua estrema
soggettività, è una non esistenza. E poichè è impossibile parametrare una
vicenda scenica a ciò che non esiste, o è contraddittorio di se stesso, ed è mutevolissimo
ad ogni istante. Ciascuno si vede nello specchio della propria consapevolezza
diverso da quello che è realmente. E cioè da come lo vedono gli altri. La
rappresentazione teatrale è una finzione del reale. Volendo essere la
riproduzione di ciò che è stato (o si è immaginato sia stato) ma che è
necessariamente diverso se diversi ne sono i protagonisti o i tempi in cui si è svolta la vicenda. Forse tra realtà e
finzione non esiste e non può esistere alcun rapporto. La stessa finzione è
solo…una finzione. (Non meravigliamoci troppo. “ Questo è
l’espressionismo bellezza !). Non giudichiamo e non giudichiamoci. E
ciò non tanto per non essere giudicati quanto…per non perdere il nostro tempo.
Nell’attesa di…ciò che ci attende, godiamoci, se possiamo, lo splendido brano del Pierrot Lunaire
di Schonberg, (con le immagini della regia di Silvia Magnani)
che accompagna (spero non indegnamente) il post. Cercando di non farci
influenzare dal convincimento di Pirandello, secondo il quale la vita è una
buffonata (ma forse quasi tutto lo è).
Westwind
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